5 missioni spaziali finite tragicamente
L'era dell'esplorazione spaziale ebbe inizio ufficialmente il 4 ottobre 1957 con il sorprendente lancio del satellite sovietico Sputnik. Seguì un altro storico momento il 12 aprile 1961, quando il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin divenne il primo essere umano a varcare i confini dello spazio a bordo della navicella Vostok 1.
Nella foto, gli astronauti che hanno perso la vita nello Space Shuttle Columbia
Da quel momento in avanti, l'epoca dell'esplorazione spaziale è stata caratterizzata da una serie ininterrotta di missioni cruciali, che hanno costantemente spinto l'umanità verso nuove frontiere nelle nostre conoscenze scientifiche riguardanti l'universo. Accanto agli innumerevoli successi, però, ci sono state anche delle missioni che, purtroppo, sono finite letteralmente in tragedia, portando alla morte ben 18 astronauti dal 1967 ad oggi.
La prima tragedia legata alle missioni spaziali ebbe luogo il 24 aprile 1967, quando il paracadute della navicella dell'astronauta Vladimir Komarov non si aprì durante la fase di rientro nell'atmosfera terrestre, causando la sua morte. La missione Soyuz 1, concepita per raggiungere la Luna, si trasformò in tragedia quando l'astronauta Vladimir Komarov, già esperto nello spazio, perse la vita.
I problemi tecnici con i pannelli solari compromisero la missione, costringendo Komarov a un rientro prematuro sulla Terra, segnando così la fine della sua carriera spaziale. Il paracadute del Soyuz 1, con la funzione di rallentare l'atterraggio della navicella, però, non si è aperto causando la morte dell'astronauta.
Credit: NASA
Il 30 luglio 1971, i sovietici subirono un'altra tragedia spaziale coinvolgendo tre astronauti: Georgij Timofeevič Dobrovol'skij, Viktor Ivanovič Pacaev e Vladislav Nikolaevič Volkov.
Nel caso della tragedia del Soyuz 11, avvenuta durante il rientro sulla Terra, il contatto con i cosmonauti si perse dopo un ultimo scambio di saluti. L'ultimo messaggio udito fu "Arrivederci, Yantar, a presto sulla madre terra", seguito dalla risposta di Dobrovolskiy: "Grazie, ci vediamo. Sto iniziando l'orientamento". Dopo questo saluto, il silenzio pervase la navicella. Il recupero del veicolo confermò la terribile perdita dei tre astronauti, non essendoci stati segni di vita a bordo.
Dopo intensi dibattiti sulla causa della tragedia, è stata concluso che una valvola si è aperta accidentalmente durante la separazione del modulo di servizio, causando una perdita d'aria nello spazio e la morte degli astronauti a bordo.
In seguito a questo incidente, sono state apportate significative modifiche agli abitacoli di rientro, che sono stati riprogettati e ampliati. Inoltre, è stato introdotto l'uso di tute spaziali pressurizzate per gli equipaggi durante le fasi di lancio e atterraggio, una precauzione mai adottata prima di allora.
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Purtroppo, anche il 2003 è stato segnato da un'altra missione finita tragicamente. Era il 1º febbraio quando lo Space Shuttle Columbia esplose mentre faceva rientro tra il Texas e la Louisiana, a soli 16 minuti dall'atterraggio al Kennedy Space Center in Florida.
Nell'incidente persero la vita i sette membri dell'equipaggio: gli statunensi Rick Husband, William McCool, Michael P. Anderson, David M. Brown, Kalpana Chawla, Laurel Clark e l'israeliano Ilan Ramon. Le cause del disastro sono state attribuite al danneggiamento al bordo di attacco dell'ala avvenuto durante la partenza, il 16 gennaio 2003.
Il 28 gennaio 1986 il mondo dell'esplorazione spaziale venne colpito da un'altra indimenticabile tragedia in cui persero la vita Gregory Jarvis, Christa McAuliffe, Ronald McNair, Ellison Onizuka, Judith Resnik, Michael J. Smith e Dick Scobee.
I sette astronauti si trovavano a bordo dello Space Shuttle Challenger, uno dei disastri più tragici della storia delle missioni spaziali. Circa 73 secondi dopo il decollo, la rottura di una guarnizione O-ring ha causato la fuoriuscita di gas caldi dello Space Shuttle Solid Rocket Booster che hanno poi colpito il serbatoio esterno, causando l'esplosione del veicolo.
La tragedia di questa missione spaziale, che ha avuto luogo prima ancora di iniziare, ha rappresentato un grave colpo per la NASA, causando la temporanea sospensione del programma dello space shuttle e portando alla formazione della Commissione Rogers, incaricata di indagare sulla causa e sulla responsabilità del disastro.
Credit: NASA
Tra le morti legate alle missioni spaziali ci sono anche quelle avvenute durante i collaudi. L'ultimo incidente, che è costato la vita a Michael Alsbury, è avvenuto il 31 ottobre 2014, quando lo SpaceShipTwo VSS Enterprise si è disintegrato durante un volo di prova atmosferico in California.
Oggi, grazie alle nuove tecnologie, le missioni spaziali hanno raggiunto dei livelli di sicurezza certamente superiori al passato, con la speranza che certe tragedie non si verifichino di nuovo.
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