Ecco perché in ogni paese si mangia a un orario diverso
Tra i vari temi di conversazione che ancora oggi creano maggiore stupore tra persone di diversa nazionalità, l'orario dei pasti è certamente tra i primi della lista. Basta mettere insieme uno svedese, uno statunitense e uno spagnolo per rendersi subito conto delle grandi differenze di orari a cui sono abituati a mangiare.
Ma vi siete mai chiesti perché mangiamo all'ora a cui mangiamo? Perché spagnoli e italiani tendono a cenare sempre molto tardi, intorno alle 20/21, mentre in altri paesi del nord Europa, ad esempio, in generale non si va oltre le 18?
I fattori che, principalmente, influenzano queste abitudini si basano sul ritmo circadiano, ossia il meccanismo attraverso il quale gli esseri viventi regolano le loro funzioni fisiologiche in sintonia con il ciclo giornaliero di luce e buio generato dalla rotazione della Terra.
Se si pensa in questi termini è facile intuire quanto, posizione geografica, luce e temperatura siano fondamentali per determinare l'orario dei pasti principali per ogni paese.
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Sarà facile infatti comprendere che l'orario della cena in Svezia difficilmente coinciderà con quello in Italia o Spagna visto che nel paese del nord Europa, per esempio, nel mese di marzo il sole tramonta parecchie ore prima rispetto agli altri due paesi citati.
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Ma la posizione geografica, la luce e la temperatura non sono gli unici elementi che influenzano queste abitudini. Anche la storia e la cultura di ogni Paese hanno avuto la loro grande parte nello stabilire certi orari.
Facciamo un salto indietro nel tempo di qualche secolo per arrivare nell'Europa del Settecento, dove il pasto più abbondante della giornata era il dîner (termine francese utilizzato dalle classi aristocratiche) che veniva consumato dalle 12 alle 14.
Ma nel corso dello stesso secolo il pasto principale ebbe un lento slittamento in avanti diventando così la cena, mentre la colazione del mattino (déjeuner) prendeva il suo posto.
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In quel periodo, gli orari dei pasti erano determinati in gran misura dalla classe sociale di appartenenza: ad esempio gli aristocratici tendevano a mangiare sempre più tardi, per distinguersi da chi invece doveva svegliarsi molto presto per andare a lavorare e non poteva quindi resistere fino a tardo pomeriggio senza mangiare.
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Il pasto principale degli aristocratici, che all'inizio del Settecento si svolgeva alle 15, venne un po' alla volta posticipato fino ad arrivare alle 19 a inizio Ottocento.
A testimoniarlo, la nota del 1815 dell'Ambasciatore statunitense a Londra, John Quincy Adams, in cui scrive di essere stato invitato "a cena martedì prossimo, un quarto prima delle sette. L'orario solito per cenare in questa parte della città è alle sette".
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Nella stessa epoca, negli Stati Uniti le abitudini erano del tutto diverse, così come lo racconta Thomas Hamilton, un viaggiatore scozzese in visita nella città statunitense nel 1830, nelle sue note di viaggio raccolte negli archivi digitali dell'Università dell'Illinois: "L'orario solito per pranzare a New York è alle tre in punto, poiché i gentiluomini quasi uniformemente ritornano alle proprie attività lavorative la sera."
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In Italia, grazie ad Alessandro Manzoni, sappiamo che l'abitudine di cenare alle 17 nel 1850 si riferiva principalmente alla nobiltà di Milano e non quindi alle altre province e alle altre classi sociali, secondo Il Post.
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Questo lento slittamento di orari si concluse a inizio Novecento quando ormai quello che era considerato il pranzo divenne la cena, con i nomi di dîner in francese, dinner in inglese, per indicare quindi il pasto principale della giornata.
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Mentre la colazione, nel frattempo divenuta molto abbondante, si è spostata sempre più avanti diventando quello che in Italia chiamiamo "pranzo", in Francia "déjeuner" e nei paesi anglosassoni "lunch".
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La determinazione degli orari del pasto principale per ogni paese quindi deriva anche da fattori sociali e comportamentali delle popolazioni implicate.
Nel 2022 su Reddit è circolata una mappa dove sono stati indicati gli orari di cena europei, sempre considerando che si tratta di dati approssimativi, quindi non del tutto precisi.
Ecco i principali Paesi riportati sulla mappa: in Norvegia, Svezia e Finlandia si cena intorno alle 17, in Irlanda e Regno Unito alle 18.30, in Italia e in Grecia alle 20, in Spagna alle 21.30, in Francia alle 19.30, in Germania alle 18 e in Portogallo alle 21.
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Dando un'occhiata veloce a questi orari salta subito all'occhio la Spagna, il Paese europeo che cena più tardi di tutti. Tra i motivi, la discrepanza tra l’ora segnata dagli orologi e l’ora solare, un tema da molti anni al centro di dibattiti.
Come ha segnalato José María Fernández-Crehuet, docente di economia all’Università Politecnica di Madrid, su El Pais: "La Spagna peninsulare attualmente ha un'ora ufficiale (GMT+1), un'ora in più rispetto a quella che le spetterebbe effettivamente in base alla sua posizione geografica (GMT+0)". Dato che l'ora ufficiale non coincide con l'ora solare, nella maggior parte della Spagna l'alba e il tramonto avvengono più tardi rispetto ai paesi del nostro ambiente europeo.
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Quindi, non adottare l'ora legale "renderebbe più facile cambiare alcune abitudini per migliorare la qualità della vita", tra queste probabilmente anche l'ora della cena, sempre secondo José María Fernández-Crehuet.
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Ma anche in uno stesso paese, le differenze ci sono. Pensiamo, ad esempio, all'Italia e alla differenza tra Nord e Sud dello stivale sugli orari dei pasti. A seconda della regione, infatti, il pranzo può svolgersi in un arco di tempo che va dalle 12.30 alle 14.30: al Nord si tende a pranzare prima, mentre al Sud i tempi si allungano.
Così come anche per la cena che nelle regioni del Nord si svolge intorno alle 19.30/20, mentre in molte regioni del Sud è abitudine cenare intorno alle 21.
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