Dire parolacce fa bene?
Ci sono molte cose banali che diamo per scontate e che la scienza non sa spiegare. Non sappiamo perché ridiamo, non sappiamo perché sogniamo e non sappiamo perché imprechiamo. Una cosa è vera: farlo a volte ci fa sentire dannatamente bene e potrebbe essere più importante di quanto pensiamo.
Uno studio condotto dal sito web The Conversation ha analizzato oltre 100 articoli accademici sul tema delle parolacce e se gli improperi influenzano il nostro modo di pensare.
Immagine: Toa Heftiba
I risultati, pubblicati da Lingua, dimostrano che le parolacce sono nettamente diverse dal nostro linguaggio quotidiano per effetti fisiologici, cognitivi, emotivi e performativi.
Secondo The Conversation, l'atto di dire parolacce sembra essere localizzato in una parte del cervello diversa dalle altre che utilizziamo per elaborare il linguaggio.
In particolare, sembra che il linguaggio scurrile attivi parti del sistema limbico che fanno parte delle aree di elaborazione della memoria e delle emozioni, più difficili da inibire.
In alcuni studi, l'uso di parolacce sembra produrre un sollievo dal dolore, portando a una maggiore tolleranza al dolore.
Alcuni studi hanno persino riportato un aumento della forza fisica dopo aver imprecato!
Immagine: Vicky Sim / Unsplash
Questo spiegherebbe perché alcune persone che hanno subito una sorta di danno cerebrale sembrano non avere problemi a ricordare le parolacce.
Dopo tutto, sappiamo che le parolacce attirano maggiormente l'attenzione e sono molto più memorabili. Ma possono ostacolare l'elaborazione cognitiva di altre parole, intralciando, per così dire, il pensiero.
Ad ogni modo, lo studio sottolinea che questo valore non è intrinseco alle parole stesse, ma piuttosto al significato sociale che abbiamo attribuito loro.
Le parolacce nella propria lingua madre hanno più potere, mentre l'uso di eufemismi o di parole dal suono simile sembra non avere alcun peso. Anche le parole straniere che non conosciamo non hanno alcun potere.
Una teoria è che ciò sia legato a un condizionamento negativo durante la crescita. In pratica, rendendo queste parole proibite durante l'infanzia, esse finiscono per suscitare una forte risposta emotiva.
Altri ipotizzano che, come la musica, queste parole ci influenzino profondamente durante l'adolescenza. In particolare quando cerchiamo di elaborare nuove emozioni ed esperienze.
Tuttavia, non ci sono prove sufficienti per stabilire un collegamento credibile tra queste teorie dello sviluppo e l'uso di un linguaggio scurrile in età adulta.
Infine, The Conversation si chiede se le parolacce perdano il loro potere quando il turpiloquio diventa più comune nella nostra vita quotidiana.
O forse saranno sostituite da altre parole tabù, come è successo in passato. Dopo tutto, molto probabilmente le parolacce di Shakespeare oggi non farebbero arrossire neanche i nostri nonni!