Cecilia Sala: gli ultimi istanti vissuti prima dell'arresto in Iran
Originaria di Roma, classe 1995, Cecilia Sala, giornalista per Il Foglio e Chora Media, lo scorso 19 dicembre, è stata arrestata a Teheran, in Iran. La notizia è stata resa pubblica dal Ministero degli Affari Esteri soltanto dopo Natale.
Secondo il comunicato della Farnesina riportato da Rai News, "su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l'ambasciata e il consolato d'Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio".
Come riporta il Corriere della Sera, non sono noti i capi di accusa contro la giornalista. Il quotidiano parla di "comportamenti illegali" che avrebbero motivato le autorità iraniane al suo arresto.
Sempre la Farnesina, venerdì 27 dicembre, ha comunicato che l'ambasciatrice d'Italia Paola Amadei è riuscita a effettuare una visita per constatare le condizioni della giornalista.
A Rai News 24, Il vicepremier Tajani ha detto che Cecilia sta bene e che dall'Italia stanno facendo il possibile per farla rientrare quanto prima. Al momento non è stata formalizzata alcuna accusa.
Cecilia Sala si trovava in Iran da una settimana per raccogliere informazioni per il suo podcast 'Stories' su Chora Media. Il 16 dicembre, pochi giorni prima dell'arresto, aveva pubblicato l'ultimo episodio, 'Una conversazione sul patriarcato a Teheran'.
Secondo l'agenzia Ansa, il nuovo episodio del podcast poneva al centro figure di spicco come la comica iraniana Zeinab Musavi, arrestata dal regime per gli sketch di uno dei suoi personaggi, e l'itervista a Hossein Kanaani, uno dei fondatori delle Guardie rivoluzionarie che hanno contribuito a dare vita alle milizie filo-iraniane che operano in Medio Oriente.
Cecilia Sala sarebbe dovuta rientrare a Roma venerdì 20 dicembre, ma dopo uno scambio di messaggi di lavoro con la redazione di Chora Media, avvenuto il 19 dicembre, il suo telefono ha smesso di essere reperibile.
Il Post fa sapere che dopo 24 ore, il telefono di Sala è stato riacceso e che alla giornalista è stato concesso di fare due telefonate: la prima alla famiglia e la seconda al suo compagno, il giornalista del Post, Daniele Raineri, il quale ha allertato l'Unita di Crisi del Ministero degli Esteri.
Dal carcere di Evin, nella capitale iraniana, Cecilia, oltre a comunicare che era stata arrestata, non ha potuto dire altro, secondo quanto riportato da Today.
Mario Calabresi (in foto), direttore e co-fondatore di Chora Media ha detto secondo Today: "Le ragazze iraniane e il loro coraggio sono la sua passione: ci teneva a tornare lì, a parlare con tante amiche di cui ha raccontato le storie nel libro 'L'incendio', che ha scritto per Mondadori. Voleva dare voce a queste ragazze che non mettono più il velo, sognano una vita diversa, cercano la loro libertà".
Secondo Calabresi, Sala, al momento dell'arresto, era in possesso di un regolare visto per otto giorni. In un primo momento la famiglia e i colleghi di lavoro hanno mantenuto un accordo di silenzio con Palazzo Chigi e la Farnesina nella speranza di una liberazione più veloce della giornalista. Il 27 dicembre, la Farnesina ha ufficializzato l'arresto, perché "la notizia non si poteva più tenere".
Sui suoi canali social, il Ministro della Difesa Crosetto ha scritto secondo Rai News: "Le trattative con l'Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell'opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare, ma solo con un'azione politica e diplomatica di alto livello. L'Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada".
Studentessa dal 2014 al 2018 presso l'Università Bocconi a Milano, Sala a pochi passi dalla laurea, ha deciso di lasciare gli studi per poter seguire la sua passione: il giornalismo.
Nonostante la giovane età, alle sue spalle ha già collezionato molte esperienze da zone di conflitto o aree di crisi. Inoltre, ha collaborato con testate come Vice Italia, nel 2015 e Servizio Pubblico di Michele Santoro nel 2016.
L'esperienza con Santoro l'ha portata a tessere nuove collaborazioni con altre importanti testate tra cui Wired, Vanity Fair, Will Media e L'Espresso, specializzandosi in tematiche come emergenza climatica e Medio Oriente.
La giornalista, al momento, ha pubblicato due libri: 'Il caso Marta Russo', (2021) e 'L'incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan' (2023), entrambi editi da Mondadori.