Vademecum per smontare le argomentazioni dei no vax
La pandemia di Covid-19 e le conseguenti strategie volte a eradicarla hanno dato vita a prolungati dibattiti in materia di scienza e vaccinazione. Purtroppo, parallelamente alla pandemia di coronavirus se ne è diffusa un'altra in tutto il mondo, creata dal "virus della disinformazione".
Per contrastare l'ondata di paura e disinformazione che invade il web fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ecco un breve vademecum su come smentire le teorie no vax più comuni con dati alla mano.
Secondo la BBC, prima di lanciarsi in una discussione con qualcuno che si dichiara no vax è raccomandabile capire con chi stiamo parlando. La persona che abbiamo davanti è aperta a cambiare idea o discutere con lei sarà come parlare con un muro?
La BBC consiglia inoltre di assumere un atteggiamento prudente quando si parla con qualcuno che ha dei dubbi sui vaccini. È bene scoprire il modo in cui sono state diffuse le informazioni false per poter confutarle ed evidenziare uno per uno i vantaggi della vaccinazione. Sempre con argomenti ragionati, in contrapposizione alle paure astratte e generiche spesso utilizzate dai guru no vax.
Uno degli argomenti più comuni contro i vaccini è che non sono naturali e che l'essere umano ha sconfitto varie malattie senza il loro aiuto per migliaia di anni.
Ma ci sono altre cose, come il latte pastorizzato o l'allevamento selettivo, che pur non essendo "naturali" hanno aiutato l'umanità a vivere meglio e più a lungo.
I vaccini esistono da oltre 200 anni e ci hanno aiutato a ridurre la mortalità infantile e ad aumentare complessivamente l'aspettativa di vita. Se non si sente più parlare di malattie come la scarlattina o il vaiolo è proprio grazie ai vaccini.
Un tema ricorrente utilizzato dagli attivisti no vax e che il Washington Post ha chiamato "il più perverso argomento antivaccinista", è che i vaccini non proteggono completamente contro il virus e che le persone possono essere contagiate o contagiare gli altri nonostante siano vaccinate.
Tuttavia, gli esperti sono chiari sull'utilità dei vaccini (anche se non impediscono il contagio al 100%). L'epidemiologo Antoine Flahault l'ha riassunto in un'intervista concessa a France24 a settembre 2021, durante la quale ha sottolineato che i numeri parlano da soli.
Nel corso dell'intervista, il dottor Flahault ha osservato che nei paesi con un alto tasso di vaccinazione il numero di decessi dovuti a Covid-19 è contenuto anche in caso di picchi di infezione. Al contrario, nei luoghi con popolazioni meno vaccinate i tassi di mortalità sono molto più alti.
Ciononostante, Flahault (ritratto nella foto insieme al ministro della salute francese Xavier Bertrand) ha segnalato che è possibile che alcune persone vaccinate contraggano il virus, sviluppino gravi complicazioni e muoiano. Nessun farmaco o vaccino è efficace al 100%. Ma spesso ci vanno vicino.
Occorre prendere in considerazione anche la questione degli effetti collaterali e della sicurezza dei vaccini. Le aziende farmaceutiche hanno lavorato e continuano a lavorare a un ritmo vertiginoso per svilupparli. Ma il breve tempo impiegato a tal fine ha sollevato degli interrogativi e alcuni si chiedono se possono davvero essere considerati sicuri rispetto ai precedenti vaccini, sviluppati in circostanze relativamente più tranquille.
A marzo 2021, sono stati riportati casi di persone che, dopo essere state vaccinate con AstraZeneca e Johnson & Johnson, hanno sviluppato coaguli di sangue, alcuni dei quali dall'esito fatale. La situazione ha generato ulteriore preoccupazione per i possibili effetti collaterali. Tuttavia, è stato dimostrato che la formazione di coaguli è un effetto secondario estremamente raro e si verifica soprattutto in individui con condizioni di salute vulnerabili.
"In tutta la storia dei vaccini, gli effetti collaterali gravi si sono sempre verificati entro sei settimane dal momento della vaccinazione", ha dichiarato alla CNN il dottor Paul Offit, membro del Comitato consultivo sui vaccini della Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Inoltre sono state prese misure immediate per individuare gli individui vulnerabili ai coaguli di sangue a causa dell'età e delle condizioni di salute.
Paul Offit (nella foto al centro) ha sottolineato che gli effetti collaterali dei vaccini sono trascurabili rispetto all'alto livello di immunità che conferiscono. "La sperimentazione clinica condotta dalla Johnson & Johnson ha coinvolto 18.000 persone negli Stati Uniti e 44.000 persone in tutto il mondo. Se questi effetti collaterali si verificano in una persona su un milione, in pratica non abbiamo modo di osservarlo prima dell'approvazione del vaccino".
Un altro argomento comune tra gli antivaccinisti non è incentrato sulla scienza, ma sull'etica. I governi, dicono, non dovrebbero obbligare l'intera popolazione a essere vaccinata, poiché ciò costituisce un'invasione della libertà individuale delle persone.
Il dottor Salvador Macip, medico, ricercatore e docente all'Universitat Oberta de Catalunya, ha preso posizione contro questa opinione, sostenendo che la pandemia "è un problema comunitario, non individuale".
"Non vaccinarsi ha un impatto sulla società e sulle persone che ci circondano, quindi in parte è una responsabilità civile", sostiene Macip. Il suo collega all'università Manuel Armayones aggiunge che "vaccinandoci contribuiamo a far parte di una società sicura che si occupa del benessere di tutti, delle persone più fragili e più a rischio, come gli anziani o coloro che per causa medica non possono essere vaccinati".