Come sta il Regno Unito a 4 anni dalla Brexit
Il 31 gennaio 2020, l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, comunemente nota come "Brexit", è diventata ufficiale dopo diversi anni di negoziati tra Londra e Bruxelles.
Dopo un lungo dibattito sull'appartenenza del paese all'Unione Europea, l'ex primo ministro conservatore David Cameron decise di porre la questione direttamente al popolo britannico in un referendum nel 2016. La maggioranza votò per l'uscita (51,9%), soprattutto in Inghilterra.
È stato difficile valutare le conseguenze del ritiro del Regno Unito nei primi anni, tanto grande era l'impatto della pandemia di Covid-19 e della guerra in Ucraina sul mondo sviluppato nel suo complesso.
Ma dopo quattro anni, sembra ora possibile trarre delle lezioni dalla Brexit. Che impatto ha avuto sull'economia e sulla società britannica? E sull'Europa?
Con una crescita del 4,1% nel 2022 e stime per il 2023 e il 2024 paragonabili a quelle dell'eurozona, l'economia del Regno Unito non è in fase di stallo. La disoccupazione si è attestata al 4,3% nel terzo trimestre del 2023, secondo l'Office of National Statistics (ONS).
Secondo i dati pubblicati nel settembre 2023 dall'ONS, l'attività nel Regno Unito era superiore dell'1,5% rispetto al livello pre-pandemia: un livello paragonabile a quello della Francia e superiore a quello della Germania (0%), ma ben al di sotto di quello del Giappone (+3,5%) e degli Stati Uniti (+6,1%).
Inoltre, il Regno Unito è stato particolarmente colpito dalla recente ondata di inflazione, con un picco di oltre il 10% registrato nel 2022. Il ritorno dei controlli doganali sui prodotti importati dal continente sta facendo lievitare i prezzi.
D'altra parte, le aziende britanniche che esportano in Europa devono affrontare ulteriori difficoltà amministrative. Questo può rendere difficile per loro conquistare o mantenere quote di mercato.
@ Robert Bye / Unsplash
Una delle argomentazioni avanzate dai "Brexiters" è stata la possibilità di firmare accordi commerciali direttamente con altri paesi o gruppi economici, invece di delegare questo potere a Bruxelles.
Ma mentre alcuni trattati sono già stati firmati (Australia, Trans-Pacific Partnership), i negoziati sono ancora in fase di stallo con altri mercati cruciali come Canada e India.
Valuta chiave del sistema finanziario internazionale, la sterlina ha risentito della Brexit: attualmente la moneta britannica vale 1,17 euro, rispetto a circa 1,40 nel 2015, il che rende automaticamente più costose le importazioni e riduce il potere d'acquisto.
@ Anthony / Unsplash
"Riprendere il controllo": questo era lo slogan dei sostenitori della Brexit riguardo alla politica migratoria, che consideravano troppo permissiva a causa delle decisioni europee.
Una promessa evidentemente non mantenuta dai conservatori al potere: secondo "Le Monde", l'immigrazione non è mai stata così alta in Gran Bretagna, con 682.000 ingressi netti tra giugno 2022 e giugno 2023, il doppio rispetto a prima della Brexit.
@ Neil Mewes / Unsplash
Eppure il Centre for European Reform, un think tank con sede a Londra, ha riportato in una nota del 2022 che la Brexit ha portato a una perdita netta di 330.000 lavoratori stranieri: la conseguente carenza di manodopera "pesa sull'offerta e contribuisce a rendere l'inflazione più persistente", aggiunge uno studio economico di BNP Paribas.
Anche la libera circolazione delle persone sta risentendo del ritorno dei controlli alle frontiere, che penalizzano il turismo e causano inutili fastidi a chi è abituato a viaggiare tra la Gran Bretagna e il continente.
@ Frederic Köberl / Unsplash
E la politica estera? Le Monde nota il "reale dinamismo di Londra nell'aiutare l'Ucraina", ma critica il fatto che il ritorno alla sovranità si sia "soprattutto tradotto in un maggiore allineamento con gli Stati Uniti".
Secondo un sondaggio citato dal quotidiano della sera, il 60% dei britannici ritiene che la Brexit sia stata un "errore" e solo il 30% continua a pensare che sarà positiva a lungo termine.
A parte gli avvertimenti lanciati dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, l'argomento è stato assente dal dibattito pubblico, nonostante il paese sia destinato a tenere le elezioni generali quest'anno.
Che impatto ha avuto la Brexit sul resto d'Europa? Secondo "Le Monde", gli europei "hanno certamente visto allontanarsi un partner difficile, ma si sono indeboliti agli occhi del mondo" perdendo un importante membro dell'Unione.
Anche se gli appelli per un'uscita definitiva dall'UE sono meno espliciti, la retorica euroscettica è ancora presente in altri Paesi. Si tratta di un problema importante, visto che quest'anno gli elettori eleggeranno il nuovo Parlamento europeo.
Cosa significherebbe lasciare l'Unione Europea per l'Italia? L'impatto di un simile sconvolgimento è difficile da calcolare, ma l'appartenenza alla zona euro e il grande impatto dell'export nell'economia italiana (che si vedrebbe fortemente danneggiato dall'impossibilità di una libera circolazione delle merci) renderebbero il processo ancora più complesso rispetto al caso britannico.
Foto: Michele Bitetto / Unsplash