Depressione, un nuovo studio rivela un modo semplice per attenuare i sintomi
Secondo un nuovo studio della Ohio State University, se soffri di depressione o di ansia compiere atti di gentilezza nei confronti degli altri potrebbe aiutarti ad alleviare i sintomi.
Lo studio condotto dai professori Jennifer Cheavens e David Cregg e pubblicato su The Journal of Positive Psychology ha dimostrato che compiere atti di gentilezza verso gli altri ha apportato ai pazienti benefici non riscontrabili con le terapie tradizionali.
E cosa ancora più importante, come spiega il professor Cregg, gli atti di gentilezza si sono rivelati l'unica tecnica di intervento in grado di aiutare coloro che lottano contro la depressione e l'ansia a entrare in connessione con le persone che li circondano.
«La connessione sociale è uno degli ingredienti della vita più fortemente associati al benessere», ha spiegato David Cregg a Jeff Grabmeier di Ohio State News.
«Compiere atti di gentilezza sembra essere uno dei modi migliori per promuovere questi legami», ha aggiunto lo psicologo.
Lo studio condotto da Jennifer Cheavens e David Cregg non è stato il primo a dimostrare che aiutare gli altri può migliorare i sintomi della depressione e dell'ansia.
Nel 2021, uno studio simile pubblicato su Frontiers of Psychology aveva rilevato che praticare la gentilezza nei confronti degli altri può essere di aiuto a chi soffre di malattie mentali.
«In sintesi, il nostro studio ha dimostrato che focalizzare l'attenzione sul prossimo attraverso atti di gentilezza non solo ha ripercussioni positive sul benessere psicologico», hanno osservato gli autori dello studio.
Lo studio del 2021 ha anche scoperto che gli atti di gentilezza possono ridurre «lo stress e i sintomi di depressione e ansia in un campione di individui vulnerabili alle malattie mentali».
Nello studio condotto dagli psicologi Cheavens e Cregg, la prima ha osservato che la nostra comprensione nei confronti delle persone depresse potrebbe essere sbagliata e che potrebbe essere necessario modificare il nostro modo di dare consigli a chi soffre di malattie mentali.
Cheavans spiega al giornalista Grabmeier: «Spesso pensiamo che le persone con depressione abbiano già un fardello pesante da affrontare e quindi non vogliamo ulteriormente appesantirle chiedendo loro di aiutare gli altri. Ma questi risultati vanno in direzione opposta».
«Invece fare cose belle per il prossimo e concentrarsi sugli altrui bisogni può davvero fare la differenza e cambiare in meglio la quotidianità delle persone con depressione e ansia», ha aggiunto Cheavans.
Lo studio di Cheavans e Cregg ha coinvolto 122 persone con sintomi da moderati a gravi di depressione, ansia e stress. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi, ciascuno con buone azioni e gesti di gentilezza di diverso tipo da compiere nel corso di dieci settimane.
Tra i gesti di gentilezza figuravano cucinare per gli altri, dare un passaggio agli amici e offrire parole di incoraggiamento ai coinquilini.
Grabmeier spiega che tutti e tre i gruppi che hanno partecipato hanno mostrato una marcata diminuzione dei sintomi di depressione e ansia e un forte aumento della soddisfazione generale della vita.
«Questi risultati sono incoraggianti perché suggeriscono che tutti e tre gli interventi dello studio sono efficaci nel ridurre il disagio e migliorare la soddisfazione», ha affermato Cregg.
«Ma gli atti di gentilezza hanno comunque mostrato un vantaggio sia rispetto alle attività sociali che alla rivalutazione cognitiva, facendo sentire le persone più connesse le une alle altre, con conseguenti ripercussioni positive sul benessere», ha continuato Cregg.
«C'è qualcosa di particolare nel compiere atti di gentilezza che fa sentire le persone connesse le une con le altre», ha aggiunto Cheavans, che prosegue: «Non è sufficiente stare in mezzo alle persone o partecipare ad attività sociali».