Dopo la fast fashion, ecco una nuova minaccia per il pianeta: la fast furniture, ossia l'arredamento veloce
La maggioranza dei consumatori è consapevole dei problemi legati alla fast fashion. Eppure, solo pochi sanno che alcune aziende utilizzano lo stesso modello per produrre mobili con un impatto ecologico incredibilmente elevato. Gli attivisti la chiamano fast furniture e ha numerose implicazioni dal punto di vista sociale e ambientale.
Dallo scoppio della pandemia di Covid-19, l'acquisto di prodotti di fast furniture è aumentato. Il lockdown ha invogliato molte persone a cambiare l'arredamento della propria casa. Secondo la rivista britannica The Week, l'Office of National Statistics sostiene che le vendite siano cresciute del 42% nella prima metà del 2020.
Il problema della fast furniture è che si tratta di prodotti in serie e a basso costo, di cui è relativamente facile disfarsene. Deana McDonagh, docente di design industriale presso l'Università dell'Illinois Urbana-Champaign, ha dichiarato al New York Times che molte delle scrivanie e dei tavoli di questo tipo sono fatti per durare all'incirca cinque anni.
Architectural Digest spiega che, secondo Ashlee Piper, esperta di sostenibilità, la maggior parte dei mobili che attualmente ingombrano le discariche è stata prodotta negli ultimi 10-15 anni. Il problema della fast furniture, sostiene la Piper, è che non è fatta per durare più di un paio d'anni.
I mobili di questo tipo durano poco perché spesso sono realizzati in truciolato, un materiale economico, ma fragile. Ad ogni modo, anche il legno duro non è sostenibile per la produzione di massa. Secondo i dati raccolti da B2C Furniture e riportati da Green Matters, ogni anno l'approvvigionamento non sostenibile del legno provoca la distruzione di circa 12 miliardi di alberi nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia.
La rivista di design Daze afferma che diversi marchi fast fashion sono entrati a far parte del business della fast furniture dall'inizio della pandemia. Boohoo, Pretty Little Thing e Missguided si sono uniti a H&M, Primark, Shein e Zara nella promozione di prodotti per la casa.
Tuttavia, il marchio di fast furniture più famoso è Ikea. Il New York Times riporta una dichiarazione dell'azienda svedese secondo cui la stima della durata di vita dei suoi mobili può variare. Il rivenditore ha anche chiarito che alcuni dei suoi prodotti sono pensati per durare e altri per costare poco.
«Vendiamo una vasta gamma di prodotti di arredamento di tutti gli stili e fasce di prezzo», si legge nella dichiarazione pubblicata dal New York Times. L'azienda riconosce che alcuni prodotti sono destinati a durare per generazioni, così come altri soddisfano le esigenze dei clienti in termini di convenienza.
Ma il New York Times ammette che la fast furniture è necessaria in alcuni casi. «Malgrado tutti i suoi difetti, la fast furniture offre a milioni di proprietari di abitazioni l'opportunità di vivere in una casa elegante a un prezzo accessibile», si legge nell'articolo, che menziona anche coloro che preferirebbero acquistare pezzi su misura ma «non hanno le risorse per farlo... come i giovani che devono fare i conti con i prezzi delle case alle stelle e lo stress finanziario».
Che sia per scelta o per necessità, i cittadini statunitensi acquistano molta fast furniture. Secondo i dati dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (EPA) raccolti dalla CNN, nel 2018 gli statunitensi hanno buttato via più di 12 milioni di tonnellate di mobili e arredi. Oltre l'80% è finito in discarica.
Ashley Piper ha dichiarato al New York Times che lo spreco di mobili è una questione complessa. «È un problema piuttosto serio, sia dal punto di vista dello spazio sia per il modo in cui viene prodotta la fast furniture al giorno d'oggi. Non si tratta solo di legno e metallo. I materiali non si biodegradano e non si decompongono. Stiamo creando un vero problema nelle discariche con i mobili di cui ci sbarazziamo», ha aggiunto.
Per risolvere il problema dei rifiuti, alcuni rivenditori stanno sviluppando programmi di riparazione e rivendita. Come riporta la CNN, Ikea ha lanciato un programma "Buyback & Resell" (riacquisto e rivendita) attraverso il quale i mobili usati possono essere restituiti e rinnovati per dare loro una seconda vita.
Katie Treggiden, esperta di design circolare e autrice del libro "Wasted: When Trash Becomes Treasure", ha dichiarato alla CNN che è necessario che i rivenditori sposino il concetto di economia circolare riducendo la produzione di rifiuti e inquinamento. In linea con questa tendenza, Ikea ha inoltre annunciato che entro il 2030 utilizzerà solo materiali riciclabili.
Il libro della Tregidden illustra come molti designer abbiano fatto proprio questo concetto trasformando i materiali di scarto in nuovi prodotti di arredamento. La CNN cita alcuni esempi, come il divano fatto di sacchi della spazzatura del designer russo Harry Nuriev o la serie di mobili del britannico James Shaw realizzati con plastica riciclata colorata.
Ecco alcuni consigli utili per evitare l'acquisto di prodotti fast furniture. Il primo è quello di prediligere materiali di lunga durata, come il legno naturale anziché i pannelli di fibra, e di evitare la plastica. La CNN raccomanda inoltre di conservare con cura i propri mobili per aumentarne la durata. Infine, per evitare di contribuire al problema dei rifiuti, è bene donare gli arredi che non si desiderano più a enti di beneficenza e negozi di seconda mano oppure venderli online se sono ancora in buone condizioni.
Fare acquisti consapevoli è il modo migliore per evitare la distruzione del pianeta attraverso le nostre scelte di arredamento. Discover consiglia di prendersi il tempo di "riflettere sull'acquisto", cercando di immaginare come si adatterà al proprio stile di vita. Alla CNN Treggiden ha osservato che l'acquisto di mobili di seconda mano è un modo economico per favorire la circolarità.