La vicinanza di Giorgia Meloni a Elon Musk potrebbe favorirla se Trump diventasse Presidente
Pur senza un esplicito sostegno alla candidatura presidenziale di Donald Trump, l'intensificarsi dell'amicizia tra Giorgia Meloni e il magnate della tecnologia Elon Musk, unitamente alle sue inclinazioni di destra, suggerisce che un ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe rappresentare un evento positivo per lei e il suo governo.
Musk sembra essere, infatti, il nuovo beniamino di Donald Trump. Quest'ultimo non ha esitato a designarlo come il responsabile di quelle “riforme drastiche” che saranno attuate da una “commissione per l’efficienza governativa” qualora l'ex Presidente riuscisse a battere Harris a novembre.
Ricevendo il Global Citizens Award da Musk prima dell'incontro annuale dei leader mondiali dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a Washington il 23 settembre, la premier italiana è sembrata decisamente affascinata dal magnate, definendolo un "genio prezioso".
Musk, dal canto suo, ha inondato la Meloni di elogi. "È una persona che ammiro", ha detto. "È anche una persona autentica, onesta, sincera e questo non si può sempre dire dei politici".
La fiera dei complimenti è continuata con un esuberante Musk che ha descritto la leader italiana come una persona "che è ancora più bella dentro che fuori".
Foto: screenshot dal video di Economic Times su YouTube.
Come riporta Politico, il discorso della Meloni sulla salvaguardia dei valori europei e la promozione del patriottismo le è valso una standing ovation da parte di Musk, seduto accanto alla madre, la modella e dietologa Maye Musk.
Meloni ha affermato che sarà felice di lavorare con chiunque vinca le elezioni, ma, prima del suo incarico di Presidente del Consiglio nel 2022, ha mostrato la sua vera natura partecipando agli incontri del MAGA ed esprimendo l'opinione che l'Italia farebbe bene ad adottare la visione di Trump.
Ora, se Trump dovesse vincere, Meloni sarebbe il suo “partner europeo di riferimento” più ovvio, secondo il Financial Times, una situazione che le darebbe maggiore influenza all’interno dell’UE.
Antonio Giordano, parlamentare di Fratelli d'Italia, ha affermato che Meloni, che ha costruito un buon rapporto con il presidente Biden, sarebbe l'"interlocutrice naturale" per Trump se "vuole capire come rapportarsi meglio con l'Europa".
Nel frattempo, Stefano Stefanini, ex ambasciatore italiano presso la NATO, ha dichiarato al Financial Times: "L'Italia con un governo Meloni di centro-destra è sicuramente in una posizione migliore rispetto ad altri grandi paesi europei come Germania, Francia o persino Regno Unito".
Ma Stefanini ha anche sottolineato che un eventuale allineamento tra il governo Meloni e la Casa Bianca di Trump potrebbe non favorirla tra i suoi pari in Europa.
"Se Meloni si avvicina troppo a una seconda amministrazione Trump, come si comporterebbe in Europa? La sua vita in Europa, che non è delle più facili, si complicherebbe ulteriormente", ha aggiunto.
Meloni sembra essere in una posizione migliore anche rispetto al primo ministro ungherese Victor Orbán, noto per essere il più stretto alleato europeo di Trump nel caso in cui vincesse. Orbán si è già espresso apertamente a favore della sua candidatura dell'ex Presidente.
Ciò è dovuto alla posizione autoritaria di Orbán sulla guerra in Ucraina, al suo allineamento con Putin (ha visitato Mosca poco prima di recarsi a Mar-a-Lago per incontrare Trump) e alle sue tendenze autoritarie.
Secondo il sito di notizie Social Europe, il Parlamento europeo ha affermato che Orbán e il suo partito Fidesz hanno orchestrato un “crollo della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali”, trasformando l’Ungheria “in un regime ibrido di autocrazia elettorale”.
Nello spettro dell'ultraconservatorismo, Meloni è la più moderata tra i due. L'autore e giornalista Alexander Stille scrive sul The Guardian che "ha sorpreso molte persone con il suo pragmatismo politico e la sua abilità acuta".