Gruppo Wagner: cosa si nasconde dietro la misteriosa forza paramilitare russa

Gruppo Wagner: adorato dal nazionalismo slavo
Tendenze filonaziste
Dalla Crimea alla Siria (e oltre)
Detenuti reclutati per combattere in Ucraina
Un caro amico di Putin
Quella sporca dozzina
Un
Collaborazione con l'esercito russo
Uno stipendio per fare la guerra
Evgenij Prigozin, fondatore del Gruppo Wagner
Connessione con il Venezuela
Wagner in Libia
La guerra è il suo mestiere
Le sanzioni dell'Unione Europea
Un esercito invisibile
Gruppo Wagner: adorato dal nazionalismo slavo

Un graffiti in Serbia, più precisamente nella sua capitale, Belgrado, rende omaggio al gruppo Wagner, una forza paramilitare privata che combatte per conto della Russia in vari territori. Da sempre operante nell'ombra, ai margini, senza controllo, esercitando, secondo numerose testimonianze, il terrore vero e proprio. Si tratta di mercenari e, come rivelato in un video pubblicato dal New York Times e da altri media, i suoi membri vengono reclutati nelle prigioni per combattere in Ucraina nelle fila dell'esercito russo.

Tendenze filonaziste

Il gruppo Wagner è apparso nel 2014 durante l'annessione della Crimea. L'Unione Europea ritiene che il suo leader e fondatore sia Dmitry Utkin, un'ex spia russa e un veterano delle guerre cecene, dalle cui tendenze filonaziste nasce il nome di questa rete di soldati: quello del musicista preferito da Hitler. Anche lo stemma del gruppo Wagner (nella foto) ricorda le SS.

Dalla Crimea alla Siria (e oltre)

L'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, lo spagnolo Josep Borrell, ha dichiarato nel 2021 che il gruppo Wagner "rappresenta una minaccia e causa instabilità in varie parti del mondo". Sebbene siano "truppe invisibili" e non dichiarino mai apertamente la loro presenza, la stampa e le ONG sono state in grado di individuare la presenza della rete Wagner nelle guerre in Siria, Donbas, Libia e Repubblica Centroafricana. E ora, naturalmente, stanno combattendo in Ucraina.

Detenuti reclutati per combattere in Ucraina

Il video che è circolato a settembre (e da cui è tratta quest'immagine) mostra un uomo che si rivolge in lingua russa a un gruppo di detenuti nel cortile di una prigione. Promette loro la libertà in cambio del loro servizio per la Russia in Ucraina.

Un caro amico di Putin

Secondo il New York Times, "l'uomo ritratto nelle foto sembra essere Yevgeny V. Prigozhin", un oligarca vicino a Putin (nella foto, i due durante un evento congiunto). Quest'uomo d'affari, dopo aver negato per anni i suoi legami con il gruppo Wagner, ha ammesso di aver partecipato alla fondazione di questa forza, secondo quanto riportato da Reuters.

Quella sporca dozzina

Come nel film "Quella sporca dozzina", diretto da Robert Aldrich nel 1967, la rete Wagner propone una scelta: quella tra "morire dietro le sbarre" o "combattere con onore per la Russia". I rapporti precedenti alla pubblicazione del video a settembre indicavano già questa pratica di reclutamento nelle carceri russe come una prassi comune per gli uomini di Wagner.

Un "soldato della Wagner" è così

Questo è un ritratto scattato a Parigi dal fotografo francese Stephane de Sakutin. L'uomo che posa per la macchina fotografica è Marat Gabidullin, che ha combattuto con il gruppo Wagner fino al grado di comandante e che in seguito ha rinunciato al suo passato da mercenario e ha scritto un libro sulle sue esperienze.

"Un uomo che non deve rendere conto di niente"

Interrogato sui possibili crimini di guerra commessi dalla rete Wagner, Marat Gabidullin ha dichiarato a Radio France International in un'intervista: "Chi è un soldato Wagner? È un uomo che non deve rendere conto di niente. Non ha un'esistenza legale, non ha uno status chiaro. Agisce con assoluta impunità. Non risponderà mai delle sue azioni, dei suoi crimini in un tribunale. Quindi tutto dipende dalla sua personalità."

Collaborazione con l'esercito russo

Marat Gabidullin sostiene inoltre che la rete Wagner opera in collaborazione con l'esercito russo. "Senza dubbio, e questo è normale.

Uno stipendio per fare la guerra

L'ex mercenario ha anche detto che, almeno nel suo caso, lo stipendio valeva la pena: 3.700 euro al mese quando era in combattimento.

Evgenij Prigozin, fondatore del Gruppo Wagner

Per anni, Evgenij Viktorovic Prigozin, noto come "lo chef di Putin" per la sua attività di cucina e catering, è stato accusato di essere il creatore e il finanziatore del gruppo Wagner, ma ha ripetutamente smentito la sua partecipazione e ha persino denunciato i giornalisti per aver fatto questa affermazione. Nel settembre 2022, in una dichiarazione riportata da Reuters, ha ammesso di aver fondato "un gruppo di patrioti che è stato poi rinominato Battaglione Wagner".

Connessione con il Venezuela

Ma al di là di questa rivelazione, resta l'enigma: chi altro lo finanzia, come è organizzato, di che tipo di organizzazione si tratta? Wagner è un mistero e, come tale, dà adito a storie difficili da verificare, come la sua presenza in Venezuela per proteggere Nicolás Maduro durante l'anno critico del 2019, in cui infuriavano le proteste contro il regime chavista. Leggenda o realtà?

Wagner in Libia

È stato inoltre riferito che il gruppo Wagner aveva una presenza significativa in Libia, dove diverse fazioni stanno combattendo per il potere. Secondo Euronews, circa 800 soldati Wagner avrebbero sostenuto il maresciallo Khalifa Hafter nel 2019.

La guerra è il suo mestiere

Wagner combina l'ultranazionalismo russo con il puro business. Alcuni interventi internazionali (in Sudan, ad esempio) sarebbero guidati da un semplice motivo di soldi. Combattere per il miglior offerente.

Le sanzioni dell'Unione Europea

Comunque sia, nel 2021 l'Unione Europea, secondo Wikipedia, "ha emesso sanzioni contro il Gruppo Wagner e i suoi leader, tra cui Utkin e Prigozhin, per 'violazioni dei diritti umani' in Siria, Libia, Repubblica Centrafricana, Sudan, Mozambico, nonché per la loro azione armata contro 'l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina'".

Un esercito invisibile

La milizia privata formata da Wagner è un esercito invisibile, che vive al di fuori delle regole della guerra, senza limiti, pronto a sostenere la Russia in ogni modo possibile.

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