Donald Trump alla Casa Bianca: i momenti salienti della sua presidenza

I momenti salienti del presidente Donald Trump
L'elezione di Trump nel 2016
Inauguration day, gennaio 2017
La marcia delle donne a Washington
Il muro di confine con il Messico
Il
Trump licenzia il direttore dell'FBI Comey per aver indagato sulla
Il Russiagate, maggio 2017
Trump e Putin si incontrano faccia a faccia
Ritiro dall'accordo sul clima di Parigi, giugno 2017
Charlottesville, agosto 2017
Riforma fiscale, dicembre 2017
Lo scandalo Stormy Daniels, gennaio 2018
La guerra commerciale Cina-USA, dal 2018 a oggi
Carovane di immigrati irregolari
Centri di detenzione come
Trump incontra Kim in Corea del Nord, giugno 2019
Il primo impeachment di Trump, dicembre 2019
La pandemia Covid-19, da febbraio 2020 a oggi
Trump contagiato dal coronavirus
George Floyd e le manifestazioni Black Lives Matter, estate 2020
La foto di Trump a Lafayette Square, giugno 2020
L'evasione fiscale di Trump
Amy Coney Barret, giudice della Corte Suprema
Altre due nomine controverse: Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh
Le elezioni presidenziali del 2020
Denunce di frode elettorale
L'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021
Secondo impeachment
Uno storico secondo impeachment
I momenti salienti del presidente Donald Trump

Il mandato di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti può essere parso una sequenza di eventi sconcertanti, amplificati attraverso social, dai notiziari televisivi, caricature o sketch del Saturday Night Live. Ma al di là del baraccone quotidiano, la sua presidenza ha lasciato delle pietre miliari che verranno riportate sui libri di storia. Ecco quali sono.

L'elezione di Trump nel 2016

L'8 novembre 2016, Donald Trump batte la candidata del Partito Democratico Hillary Clinton alle elezioni presidenziali. L'astensione delle minoranze e il dominio del voto anti-establishment centrato sulla sua personalità giocarono un ruolo fondamentale nella sua vittoria.

Inauguration day, gennaio 2017

Il 20 gennaio 2017 Trump giurò come 45° presidente degli Stati Uniti. Alla cerimonia parteciparono Barack e Michelle Obama, oltre a Hillary e Bill Clinton. Il primo discorso di Trump come presidente fu sensibilmente agguerrito e di stampo politico a differenza di quelli pronunciati tradizionalmente dopo il giuramento.

La marcia delle donne a Washington

Dopo l'insediamento di Donald Trump, a Washington DC e in altre città del mondo le donne marciarono in segno di protesta contro la sua politica antifemminista. Quella di Washington è stata la più grande marcia di protesta che si è svolta in un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. Erano presenti star come Madonna, Janelle Monáe, Emma Watson, Katy Perry, Scarlett Johansson e molte altre.

Il muro di confine con il Messico

Il 25 gennaio 2017, meno di una settimana dopo il suo insediamento, il presidente Trump firmò un ordine esecutivo per iniziare a costruire un muro al confine con il Messico per reprimere l'immigrazione proveniente dai paesi del Sud America. Affermò che il suo muro avrebbe "salvato migliaia di vite, milioni di posti di lavoro e miliardi e miliardi di dollari".

"Il Messico pagherà il muro"

Secondo lui, il Messico avrebbe pagato il muro, come aveva promesso durante la campagna elettorale. Ma questo non è mai successo. A dicembre 2018 Trump provocò uno storico "shutdown" (sospensione di tutte le attività non essenziali) del governo per costringere il Congresso a sbloccare i soldi per il muro.

Il "Muslim Ban"

Il 27 gennaio 2017 Trump firmò un ordine esecutivo di "protezione della nazione dall'ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti". Inteso a limitare l'accoglienza di rifugiati negli Stati Uniti, con la crisi dei rifugiati della guerra civile siriana sullo sfondo, questo provvedimento di fatto limitò l'ingresso di tutti i cittadini provenienti da Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Yemen e Siria per 90 giorni. I critici ribattezzarono l'ordine come "Muslim Ban" e la sua natura discriminatoria venne utilmente impugnata in tribunale.

Trump licenzia il direttore dell'FBI Comey per aver indagato sulla "collusione" con la Russia

Nel febbraio 2017, a tre settimane dall'inizio del suo mandato, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Flynn si dimise in seguito alle accuse di essersi incontrato segretamente con funzionari russi nei mesi precedenti. Nel maggio 2017, il presidente licenziò il direttore dell'FBI James Comey (nella foto) per essersi rifiutato di sospendere un'indagine su tale "collusione" con la Russia. Questa clamorosa mossa scatenò un'indagine del procuratore speciale Robert Mueller.

Il Russiagate, maggio 2017

Per quasi due anni, Robert Mueller indagò sulle presunte ingerenze russe nelle elezioni del 2016, compresi i legami russi con la campagna di Donald Trump. Nel 2019, a indagine conclusa, Mueller affermò che, nonostante gli indizi, era impossibile dimostrare l'esistenza di una cospirazione illegale tra la campagna di Trump e i funzionari russi.

Trump e Putin si incontrano faccia a faccia

Trump si incontrò con il presidente russo Putin due volte durante il Russiagate, ignorando tutte le linee guida diplomatiche e le raccomandazioni strategiche per rapportarsi con un governo straniero e possibilmente ostile. Dopo il loro secondo incontro faccia a faccia, avvenuto a Helsinki nel luglio 2018, "Vladimir Putin si è mostrato sorridente", secondo quanto riportato dal quotidiano LA Times. Quando un giornalista gli ha chiesto se credeva nell'innocenza della Russia riguardo alle elezioni del 2016, Trump "si è schierato con Putin".

Ritiro dall'accordo sul clima di Parigi, giugno 2017

Il 1° giugno 2017, Trump annunciò ufficialmente ciò che aveva precedentemente espresso in comizi e conferenze stampa: gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dall'accordo di Parigi sul clima. Tale trattato internazionale vincola tutti i paesi partecipanti a limitare le proprie emissioni di gas serra entro un periodo di tempo prestabilito e a un ritmo determinato. Trump credeva che tale "carico burocratico" in materia ambientale fosse solo un ostacolo al "vero" sviluppo economico.

 

(Foto: il globo sulla piazza di Columbus Circle a New York, con il Trump International Hotel and Tower sullo sfondo. Charles Parker, Pexels)

Charlottesville, agosto 2017

Dopo lo scontro tra suprematisti bianchi e attivisti antirazzisti a Charlottesville nell'agosto 2017, Trump assunse una posizione ambigua nel condannare il razzismo, osservando che "entrambe le parti" erano responsabili della violenza e che c'erano "persone per bene" tra i manifestanti razzisti e antirazzisti.

 

(Foto: il raduno "Unite the Right" dell'11 agosto 2017)

Riforma fiscale, dicembre 2017

Alla fine del 2017, il presidente Trump convertì il Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) in legge. Questa riforma fiscale beneficiava soprattutto i più abbienti, le banche e altre multinazionali a causa dell'abbassamento dell'aliquota fiscale per le fasce di reddito più alte (da 39,6 a 37) e del definitivo abbattimento delle aliquote d'imposta sulle società. Il Partito Repubblicano, che aveva la maggioranza alla Camera e al Senato, celebrò la legislazione come una vittoria dell'amministrazione Trump e del Partito.

Lo scandalo Stormy Daniels, gennaio 2018

Nel gennaio 2018, usciva la notizia che Trump aveva pagato 130.000 dollari a un'attrice di film per adulti, Stormy Daniels, per evitare che rivelasse la loro relazione durante la campagna elettorale del 2016. Al di là dello scandalo della relazione in sé, il versamento della somma portò all'arresto dell'avvocato di Trump, Michael Cohen. Il denaro proveniva dai fondi della campagna di Trump e pertanto la transazione aveva violato le leggi sul finanziamento della campagna.

La guerra commerciale Cina-USA, dal 2018 a oggi

Durante il mandato di Donald Trump, le due più grandi economie del mondo si sono lanciate in un gioco di colpe reciproche che si è tradotto in una battaglia commerciale. Trump ha denunciato le presunte pratiche commerciali sleali della Cina e ha accusato il paese di furto di proprietà intellettuale. In questo contesto di tensioni diplomatiche, ciascuno dei due paesi ha imposto dei dazi sui prodotti dell'altro.

Carovane di immigrati irregolari

Per fermare le carovane di immigrati provenienti dai paesi del Sud America, il presidente Trump e la "Immigration and Customs Enforcement agency (ICE)", cioè l'agenzia federale che si occupa del controllo delle frontiere, hanno inasprito le loro politiche di intercettazione e detenzione al confine dei migranti senza documenti al seguito.

Centri di detenzione come "campi di concentramento", estate 2019

Nell'estate del 2019, i membri del Congresso lanciarono l'allarme sulle condizioni di detenzione dei migranti. Alexandria Ocasio-Cortez paragonò i centri di detenzione a campi di concentramento per via delle pessime condizioni di vita e sanitarie, parlando di "bambini in gabbia". Altri rappresentanti deplorarono la pratica delle autorità di frontiera di separare i bambini dai propri genitori.

(Immagine divulgata dal Department of Homeland Security Office of Inspector General, McAllen, Texas, giugno 2019)

Trump incontra Kim in Corea del Nord, giugno 2019

Per la prima volta dalla fine della guerra di Corea nel 1953, il presidente degli Stati Uniti e il leader nordcoreano si sono incontrati faccia a faccia per discutere di disarmo. I primi due incontri si sono svolti su un terreno "neutro", a Singapore (2018, nell'immagine) e ad Hanoi, in Vietnam (inizio 2019), ma l'ultimo, nel giugno 2019, è avvenuto in una zona controllata congiuntamente al confine tra Nord e Sud Corea. Trump ha compiuto il gesto simbolico di attraversare il confine nordcoreano e Kim si è diretto verso la Corea del Sud. Non è chiaro se siano stati fatti passi avanti in termini di denuclearizzazione della Corea del Nord.

Il primo impeachment di Trump, dicembre 2019

Il presidente Donald Trump è diventato il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti ad affrontare un impeachment, a ragione delle accuse di abuso di potere e ostruzione del Congresso. Tali accuse si basavano su informazioni rivelate da un informatore sui presunti tentativi di Trump di costringere l'Ucraina a interferire nelle elezioni del 2020. Dopo l'approvazione dell'impeachment da parte della Camera nel dicembre 2019, Trump è stato assolto dal Senato a maggioranza repubblicana nel febbraio 2020.

La pandemia Covid-19, da febbraio 2020 a oggi

Mentre il coronavirus si diffondeva in varie parti del mondo, l'amministrazione Trump rispondeva con restrizioni sui viaggi da e verso la Cina a febbraio e con la dichiarazione di emergenza nazionale a marzo 2020. Nel corso di conferenze stampa e sui social media, Trump sembrava sottovalutare gli effetti di quello che chiamava il "virus cinese" e si rifiutava di indossare la mascherina. Fino alla fine del 2020, ci sono stati più di 300.000 morti per Covid-19 negli Stati Uniti.

Trump contagiato dal coronavirus

A ottobre 2020 Trump è risultato positivo al coronavirus. Con un post su Twitter, dichiarava che lui e la First Lady Melania sarebbero rimasti in quarantena e avrebbero iniziato il processo di guarigione. Il mondo tratteneva il respiro mentre assisteva alla malattia potenzialmente letale di un presidente in carica. Quando venne dimesso dal Walter Reed National Military Medical Center, Trump fece una grottesca dimostrazione di forza togliendosi la mascherina in diretta televisiva.

 

George Floyd e le manifestazioni Black Lives Matter, estate 2020

Il 25 maggio 2020, George Floyd, un uomo nero di Minneapolis, Minnesota, morì dopo una violenta aggressione da parte della polizia. Le riprese vennero diffuse sui social, scatenando proteste contro il razzismo e la violenza poliziesca negli Stati Uniti e nei paesi di tutto il mondo.

 

"Quando inizia il saccheggio, si comincia a sparare"

Alle proteste seguirono violenti scontri. Trump rispose con forza schierando truppe federali in città come Portland in Oregon (nella foto) e Chicago in Illinois. Dichiarò: "non permetteremo che ciò accada nel nostro paese, gestito da democratici liberali". Il presidente twittò inoltre in modo minaccioso: "Quando inizia il saccheggio, si comincia a sparare".

La foto di Trump a Lafayette Square, giugno 2020

Una scena iconica del conflitto tra l'amministrazione Trump e i manifestanti antirazzisti è stata quella del 1° giugno 2020 a Lafayette Square a Washington. Dopo essere stato accusato di freddezza e di "nascondersi nel suo bunker" durante le dimostrazioni del movimento Black Lives Matter, Trump decise di fare una dichiarazione posando per i media sulla piazza davanti alla Casa Bianca. In quel momento, però, la zona era piena di manifestanti.

"Gli scontri a Lafayette Square... uno dei momenti più significativi dell'era Trump"

Trump schierò l'esercito per spruzzare gas lacrimogeni sulla folla e costringerla ad allontanarsi da Lafayette Square, in modo da poter raggiungere la piazza e farsi fotografare davanti alla chiesa di San Giovanni con una bibbia in mano. "Da un lato dello schermo televisivo, si vedeva la polizia con manganelli e scudi antisommossa", ricorda il LA Times, "mentre dall'altro, Trump si dichiarava "il vostro presidente della legge e dell'ordine". MSNBC argomenta che "quando verrà scritta la storia della presidenza Trump, gli scontri di Lafayette Square potrebbero essere ricordati come uno dei suoi momenti più significativi".

(Immagine a sinistra: @bmcarthur17, Twitter)

L'evasione fiscale di Trump

"Donald J. Trump ha pagato 750 dollari di imposte federali sul reddito l'anno in cui ha vinto la presidenza. Nel suo primo anno alla Casa Bianca, ha pagato altri 750 dollari". Un rapporto shock del New York Times rivelava nel settembre 2020 che Trump aveva usato "innumerevoli astuzie" per evitare di adempiere ai suoi obblighi fiscali. Aveva "riferito di aver perso molto più denaro di quello che aveva guadagnato", mentre faceva milioni con il suo show televisivo The Apprentice e con altre attività prima della sua presidenza.

Amy Coney Barret, giudice della Corte Suprema

Il 18 settembre 2020 moriva il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg. Mancavano circa sei settimane alle elezioni e tradizionalmente la nomina di un nuovo giudice sarebbe stata rimandata fino a quando non si sarebbe conosciuto il futuro presidente. Trump e il Partito Repubblicano la pensavano diversamente. Proposero subito il giudice conservatore Amy Coney Barrett, riuscendo a farla nominare alla Corte Suprema alla fine di ottobre grazie a una stretta maggioranza di voti repubblicani.

Altre due nomine controverse: Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh

Trump aveva nominato altri due giudici alla Corte Suprema, i cui nove membri sono nominati a vita e prendono decisioni importanti sulla compatibilità delle leggi con la Costituzione degli Stati Uniti. Ad aprile 2017 aveva nominato Neil Gorsuch (in piedi secondo a destra) per un seggio che l'opposizione a maggioranza repubblicana aveva forzatamente mantenuto vuoto durante l'ultimo anno di presidenza di Barack Obama, rifiutando di confermare il candidato del presidente Democratico.

Il secondo giudice nominato dal presidente Trump è stato Brett Kavanaugh (in piedi a sinistra). La sua nomina è stata controversa perché sarebbe stato coinvolto in un episodio di violenza sessuale quando era al liceo.

Le elezioni presidenziali del 2020

Nel mezzo delle proteste del movimento Black Lives Matter e della pandemia Covid-19, le campagne presidenziali sono state impegnative come nessun'altra nella storia. La notte delle elezioni, il 3 novembre 2020, la corsa alla presidenza di Joe Biden e Donald Trump sembrava molto combattuta. Tuttavia, con l'inclusione dei voti per corrispondenza nei giorni successivi, Biden ottenne un vantaggio considerevole.

Denunce di frode elettorale

Dopo che Joe Biden venne dichiarato vincitore dai principali media, Trump insisteva nel denunciare brogli nel computo dei voti. Malgrado i tribunali di diversi stati avessero respinto le denunce di frode elettorale, la squadra di Trump continuò a contestare la legittimità del presidente eletto Joe Biden nel periodo tra novembre 2020 e gennaio 2021.

L'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021

Il 6 gennaio 2021, dopo un comizio del presidente, migliaia di sostenitori di Trump si incamminarono verso l'edificio del Campidoglio dove il Congresso avrebbe confermato la vittoria di Biden. Alcuni di loro entrarono violentemente nell'edificio e cercarono di intimidire (o qualcosa di peggio) i membri del Congresso. Mentre i senatori e i deputati rimasero incolumi, cinque persone morirono nell'assalto al Campidoglio quel giorno: un agente di polizia e quattro assalitori.

Secondo impeachment

I membri del Congresso, guidati dal presidente della Camera Nancy Pelosi, ritenevano che il presidente Trump fosse direttamente responsabile degli eventi del 6 gennaio. Affermarono che il suo discorso di quel giorno così come le precedenti false accuse di frode elettorale avevano scatenato l'attacco al Campidoglio da parte della folla. L'11 gennaio, i Democratici della Camera presentarono l'articolo di impeachment di "incitamento all'insurrezione" contro Donald Trump. Solo due giorni dopo, e una settimana prima della fine del suo mandato, la maggioranza della Camera approvò l'impeachment del presidente.

 

Uno storico secondo impeachment

Il secondo impeachment del presidente Donald Trump è stato un evento storico. Non solo è stato il terzo presidente della storia a riceverlo, ma anche il primo nella storia a riceverlo due volte. Alla fine del suo mandato, il 20 gennaio, il Senato non aveva ancora deliberato in merito al secondo impeachment. Trump venne assolto il 13 febbraio 2021.

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