Digiuno intermittente vs. Dieta ipocalorica: i risultati di una ricerca
Il digiuno intermittente è diventato di gran moda tra gli health coach e gli esperti di perdita di peso, ma potrebbe non essere più efficace di una dieta ipocalorica tradizionale, secondo un nuovo studio che ha analizzato l'utilità dell'alimentazione a tempo limitato.
L'alimentazione a tempo limitato, più comunemente chiamata digiuno intermittente, è un metodo di alimentazione incentrato sulla limitazione del consumo di calorie in una determinata finestra temporale durante il giorno per favorire la perdita di peso, come spiega Medical News Today.
Healthline osserva che la forma più comune di alimentazione a tempo limitato è il digiuno intermittente 16/8: le persone che seguono questo regime dietetico limitano il consumo di calorie per 16 ore e pianificano tutti i loro pasti giornalieri in una finestra temporale di 8 ore.
Il regime di digiuno intermittente 16/8 può favorire la perdita di peso, stabilizzare la glicemia e persino aumentare la longevità, ma i ricercatori dell'Università dell'Illinois di Chicago hanno voluto valutare se sia veramente uno strumento efficace per perdere peso.
"Volevamo verificare se è veramente possibile perdere peso con questo metodo nell'arco di un anno", ha spiegato l'autrice principale dello studio, Krista Varady, secondo quanto riportato da NPR. La professoressa di nutrizione si è chiesta se sia davvero possibile mantenere il peso perduto e i risultati della sua ricerca si sono rivelati piuttosto interessanti.
Dallo studio è emerso che il digiuno intermittente aiuta effettivamente a perdere peso, ma non è più efficace nell'aiutare le persone a ridurre i chili di troppo rispetto a una semplice dieta conta-calorie.
Allo studio, della durata di 12 mesi, hanno partecipato 90 adulti considerati clinicamente obesi con un indice di massa corporea superiore a 30. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi.
Al primo gruppo è stato permesso di mangiare solo tra le 12:00 e le 20:00, mentre al secondo gruppo è stato chiesto di ridurre del 25% l'apporto calorico giornaliero. Il terzo gruppo fungeva da controllo per lo studio e non doveva apportare alcuna modifica alle proprie abitudini alimentari.
Come riporta la rivista Salon, dopo sei mesi i partecipanti avevano perso circa il 5% del loro peso corporeo iniziale; a quel punto la loro alimentazione è stata modificata al fine di mantenere la perdita di peso, ipotizzando che il gruppo che seguiva un'alimentazione a tempo limitato avrebbe perso più peso rispetto a quello che semplicemente seguiva una dieta ipocalorica.
Tuttavia, non è stato così: alla fine dello studio, 12 mesi dopo, i partecipanti di entrambi i gruppi avevano perso il 4% del proprio peso corporeo iniziale. I soggetti appartenenti ai primi due gruppi avevano inoltre una circonferenza vita simile alla fine dello studio e una riduzione simile dell'apporto calorico.
"La conclusione fondamentale è che si può ottenere la stessa riduzione dell'apporto calorico sia calcolando il tempo che calcolando le calorie", ha spiegato la professoressa Krista Varady a NPR.
È interessante notare che lo studio di Krista Varady non ha riscontrato alcun beneficio per la salute dei partecipanti, né nel gruppo con alimentazione a tempo limitato né in quello con una dieta conta-calorie. Inoltre, come spiega Salon, i livelli di colesterolo, glucosio e insulina sono rimasti invariati.
A prescindere dai risultati piuttosto deludenti dello studio, Courtney Preston, una professoressa di nutrizione dell'Università dell'Alabama a Birmingham che non ha preso parte allo studio, si è detta comunque entusiasta della ricerca, stando quanto ha affermato a NPR.
La professoressa Preston ammette che dallo studio sono emersi risultati significativi riguardo al fatto che è possibile seguire questa dieta per un lungo periodo di tempo e in questo senso non si tratta di una moda passeggera.
L'obesità è uno dei principali problemi di salute a livello globale. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2016 in tutto il mondo c'erano più di 1,9 milioni di adulti in sovrappeso, dei quali 650 milioni erano obesi. Se vogliamo affrontare questo problema sempre più diffuso, abbiamo bisogno di soluzioni.
Offrire alle persone un'altra opzione che le aiuti a ridurre naturalmente il numero di calorie assunte potrebbe essere un modo accessibile ed economico per risolvere la crisi dell'obesità senza la necessità di ricorrere a farmaci o leggi restrittive.