Il Giappone rinuncia al pacifismo e annuncia un'importante corsa al riarmo
Il governo giapponese ha annunciato di essere pronto a procedere con l'acquisizione di centinaia di missili da crociera Tomahawk di fabbricazione statunitense, nell'ambito di una più ampia strategia di rafforzamento della difesa volta a scoraggiare una possibile aggressione cinese in Asia orientale.
In un contesto di crescenti minacce alla sicurezza della regione, il Giappone si è mosso rapidamente per dotarsi di una capacità di attacco strategico a lungo raggio che costituisce un allontanamento significativo e senza precedenti dalla tradizione del Paese, nata nel secondo dopoguerra, di evitare le armi offensive.
I missili Tomahawk estenderebbero la capacità di attacco del Giappone dall'attuale portata di 125 miglia a una portata di 1000 miglia nautiche, permettendo al Paese di colpire obiettivi della Cina continentale.
L'acquisizione di questa nuova tecnologia bellica andrebbe a rafforzare il convenzionale arsenale di deterrenza del Giappone in un momento in cui la Cina sta intraprendendo un imponente programma di modernizzazione militare e la Corea del Nord si sta avvicinando al dispiegamento di una testata nucleare con piena capacità.
La decisione del Giappone di andare avanti con l'acquisto di centinaia di missili Tomahawk fa parte di un obiettivo più ampio: quello di rimodellare la strategia militare del Paese per allinearla a quella degli alleati occidentali.
Il governo giapponese, sotto la guida di Fumio Kishida, ha espresso la volontà di allineare le spese militari e i programmi di armamento del Paese ai requisiti di adesione all'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, scatenando voci sulla possibilità che il Giappone intenda entrare a far parte dell'alleanza NATO.
«L'idea di base è quella di rafforzare la capacità di deterrenza e di ridurre ulteriormente la possibilità di attacchi missilistici», ha detto Kishida dopo aver illustrato un obiettivo di bilancio specifico che incrementerebbe la spesa per la difesa al 2% del prodotto interno lordo del Giappone.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un'interpretazione dell'articolo 9 della Costituzione giapponese proibisce al Paese di detenere armi "offensive". Ma alla luce dei recenti avvenimenti nel contesto mondiale, il Giappone ha iniziato a rinunciare al suo atteggiamento pacifista.
«Il Giappone aveva intenzione di limitare le spese per la difesa e cercare di non acquisire capacità di secondo attacco», ha dichiarato Ichiro Fujisaki, ex ambasciatore giapponese negli Stati Uniti, «ma la situazione in cui ci troviamo non ci permette di farlo».
«Molte persone pensavano che [la guerra] fosse un problema del XX secolo, ma ora si sta verificando di nuovo», ha aggiunto Fujisaki.
L'invasione russa dell'Ucraina ha certamente giocato un ruolo importante nell'inversione di strategia del Giappone. Un sondaggio governativo svolto di recente ha mostrato che il sostegno dell'opinione pubblica nei confronti di una certa capacità di contrattacco è passato dal 37% nel luglio 2021 a oltre il 60% nel giugno 2022.
Le giornaliste del Washington Post Michelle Ye Hee Lee ed Ellen Nakashima scrivono: «Per i giapponesi, la guerra in Ucraina ha fatto apparire molto più possibile un'invasione cinese di Taiwan, accrescendo la preoccupazione dell'opinione pubblica sulla prontezza militare del Giappone in caso di conflitto regionale».
Da parte sua, l'amministrazione Biden ha accolto con favore la decisione di acquistare dai 400 ai 500 missili Tomahawk e i nuovi piani di difesa strategica del Giappone, da sempre alleato chiave per proteggere il Pacifico occidentale dalle potenze espansionistiche.
«Il governo degli USA considera il consolidamento dell'alleanza con il Giappone parte di una più ampia strategia di cooperazione regionale per rafforzare la sicurezza», scrivono Lee e Nakashima.
Sebbene dal 2014 il Giappone si sia gradualmente allontanato dalle politiche militari non offensive, l'acquisizione dei missili Tomahawk è il primo indizio evidente della ferma volontà del Paese di portare avanti l'obiettivo dichiarato dal governo Kishida di sviluppare le capacità offensive giapponesi.
Il primo ministro Kishida ha promesso il rafforzamento militare nella regione al presidente Joe Biden durante la sua visita in Giappone a maggio 2022 e sembra intenzionato a mantenere tale promessa.