Chi ha sofferto di ulcere intestinali è a maggior rischio di ammalarsi di Parkinson: la conferma dalla scienza
Per anni, la comunità scientifica ha ipotizzato che il Parkinson originasse nel cervello. Tuttavia, recenti ricerche supportano una tesi già avanzata dal mondo scientifico: la malattia potrebbe avere inizio nell'intestino.
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa a decorso progressivo che interessa 8,5 milioni di persone in tutto il mondo e il cui numero è raddoppiato negli ultimi 30 anni, secondo lo studio condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC), affiliato alla facoltà di medicina di Harvard, e pubblicato su JAMA Network Open.
Forse il più famoso malato di Parkinson è l'attore di "Ritorno al futuro" Michael J. Fox, a cui è stato diagnosticato a soli 29 anni e che ha poi creato la Michael J. Fox Foundation for Parkinson's Research.
Tra gli altri nomi di spicco che hanno o hanno avuto la malattia ci sono il pugile dei pesi massimi Muhammad Ali, i comici Robin Williams, Richard Lewis e Billy Connolly, l'ex presidente degli Stati Uniti George Bush senior, l'attore e regista Alan Alda e l'attore Bob Hoskins.
I sintomi della malattia comprendono tremori, rigidità e bradicinesia (lentezza nei movimenti), oltre a sintomi non motori come stipsi e nausea. Quest'ultima spesso compare decenni prima dell'insorgere dei tremori e della rigidità.
Per molto tempo si è ritenuto che il Parkinson fosse una malattia "dall'alto verso il basso", cioè che inizia nel cervello e poi si diffonde nell'intestino, come ha dichiarato l'autore dello studio Subhash Kulkarni al Washington Post.
Ma un'altra ipotesi indica che in molti pazienti il percorso avviene "dal basso verso l'alto", cioè che la malattia ha origine dall'intestino per poi arrivare al cervello, sottolinea il dottor Kulkarni.
Trisha S. Pasricha, direttrice della ricerca clinica presso l'Institute for Gut Brain Research del BIDMC e co-autrice dello studio, ha dichiarato a The Harvard Gazette: "Sempre più evidenze indicano che, almeno in un sottoinsieme di individui, la malattia di Parkinson ha origine nell'intestino prima di propagarsi al sistema nervoso centrale".
La dottoressa Pasricha spiega che il suo laboratorio è impegnato ad approfondire l'approccio "dall'intestino al cervello", evidenziando come tale direzione di ricerca possa contribuire a nuovi metodi di intervento precoce e allo sviluppo di strategie terapeutiche contro la malattia di Parkinson.
Lo studio, che ha preso in esame una coorte di 9.350 pazienti senza diagnosi di Parkinson, ha rilevato che la disfunzione prolungata del tratto gastrointestinale superiore causata dal danno alla mucosa era associata a un aumento del rischio (+76%) di sviluppare la malattia.
Il periodo di follow-up dopo l'endoscopia superiore con biopsia è stato in media di 14,9 anni e l'intervallo medio tra la prima rilevazione di un danno alla mucosa e l'eventuale diagnosi di Parkinson è stato di 14,2 anni.
I danni alla mucosa si manifestano in genere con ulcerazioni dovute all'Helicobacter pylori o all'uso eccessivo di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
L'Helicobacter pylori è un tipo di batterio che infetta lo stomaco e può causare ulcere peptiche nel tratto digestivo superiore. Di solito entra nell'organismo attraverso l'ingestione di alimenti o acqua contaminati e può essere trasmesso attraverso la saliva.
Per quanto riguarda i farmaci antinfiammatori non steroidei, la dottoressa Pasricha, citata da Harvard Gazette, sottolinea la loro vasta applicazione nel trattamento di diversi sintomi, inclusi il mal di schiena e il mal di testa.
"Poiché le ulcere peptiche interessano più di 8 milioni di persone in tutto il mondo, la comprensione del percorso che porta dal danno alla mucosa alla patologia della malattia di Parkinson può rivelarsi cruciale", aggiunge la dottoressa.
"Spesso si pensa a come il cervello influenza l'intestino, ma l'intestino può esercitare un'enorme influenza sul cervello in modi che stiamo ancora iniziando a comprendere", ha dichiarato Trisha S. Pasricha ad Harvard Gazette.
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