La scoperta di un dente potrebbe riscrivere la preistoria

Una scoperta che potrebbe cambiare i libri di storia
Riscrivendo la storia dell'umanità
La Grotta di Mandrin
Un rifugio per l'uomo di Neanderthal
Presenza dell'Homo sapiens in Europa retrodatata di 10.000 anni
'Interessante ed emozionante'
'La complessità della diffusione degli esseri umani moderni'
Manca il dato genetico
Solo una teoria?
Gli utensili rinvenuti
Non esistevano prove concrete
La prova di cui i ricercatori avevano bisogno
Gli utensili di Ksar Akil
'Si può leggere una selce come si può leggere un libro'
I processi erano gli stessi
Le tecniche di creazione degli strumenti
Gli stessi popoli
Una nuova teoria sulle migrazioni dell'Homo Sapiens in Europa
Una scoperta che potrebbe cambiare i libri di storia

La storia dell'umanità è stata gradualmente ricostruita nel corso degli anni a partire dal ritrovamento di reperti ossei nei luoghi più disparati, separati da grandi distanze temporali.

Riscrivendo la storia dell'umanità

Ma la scoperta di un molare di epoca preistorica rinvenuto in una grotta semisconosciuta potrebbe bastare a riscrivere tutto ciò che pensavamo di sapere sull'evoluzione umana.

La Grotta di Mandrin

Il dente in questione è stato rinvenuto nella Grotta di Mandrin, situata nella Valle del Rodano, nel sud della Francia. Un tempo la zona era abitata da numerose popolazioni di fauna selvatica, come spiega lo Smithsonian Magazine.

Foto: Thilo Parg, Own Work, Wiki Commons

Un rifugio per l'uomo di Neanderthal

Dovuto alle sue caratteristiche, la Grotta di Mandrin fu stabilmente occupata dai Neanderthal per decine di migliaia di anni, ma potrebbero non essere stati gli unici primati a vivere nella zona.

Presenza dell'Homo sapiens in Europa retrodatata di 10.000 anni

Nel febbraio 2022, sono state pubblicate nuove evidenze su un possibile dente umano rinvenuto nella grotta. Questo ritrovamento dimostrerebbe che l'Homo sapiens viveva già in Europa 10.000 anni prima di quanto si pensasse finora, come spiega il New York Times.

'Interessante ed emozionante'

"È [una scoperta] davvero interessante ed emozionante", afferma Katerina Harvati dell'Università di Tubinga in un'e-mail inviata al New York Times all'epoca della pubblicazione del suo studio sul dente rinvenuto.

'La complessità della diffusione degli esseri umani moderni'

"Mostra la complessità della diffusione degli esseri umani moderni nel continente europeo e la successiva sostituzione dei Neanderthal", ha aggiunto Harvati, ma il ritrovamento rivela molto di più.

Manca il dato genetico

All'epoca della scoperta, i ricercatori non sono stati in grado di confermare che il piccolo dente da latte ritrovato fosse umano. Come riporta il New York Times, infatti, hanno evitato di estrarre DNA dal dente per timore di danneggiare il reperto in seguito a precedenti tentativi falliti di estrarre campioni di DNA da denti di animali dissotterrati nella grotta.

Solo una teoria?

Perciò, senza un'adeguata conferma, la teoria secondo cui gli esseri umani sarebbero migrati in Europa molto prima di quanto si pensasse rimaneva, appunto, solo una teoria. Ma più di un anno dopo la pubblicazione dello studio originale sul dente, uno dei suoi autori ha avanzato una nuova ipotesi.

Gli utensili rinvenuti

Tra le altri reperti rinvenuti presso la Grotta di Mandrin, oltre al dente c'erano anche degli utensili in pietra che il ricercatore Ludovic Slimak ritiene potessero essere appartenuti ai primi esseri umani.

Non esistevano prove concrete

Tuttavia, secondo l'articolo del New York Times, all'epoca non c'erano prove concrete sufficienti per dimostrare che gli utensili fossero stati fabbricati dagli esseri umani moderni piuttosto che dall'uomo di Neanderthal, almeno fino ad oggi.

La prova di cui i ricercatori avevano bisogno

Slimak ha appena pubblicato uno studio predittivo che indica che i sofisticati utensili ritrovati nella Grotta di Mandrin sono stati realizzati con una tecnica simile a quella utilizzata dall'Homo Sapiens in Libano e che i parallelismi non possono essere una semplice coincidenza.

Foto: Twitter @tommyhigham

Gli utensili di Ksar Akil

Come riporta lo Smithsonian Magazine, il ricercatore ha confrontato i reperti con una serie di utensili in pietra provenienti da Ksar Akil, un antico sito preistorico appena fuori Beirut, e conservati al Museo Peabody di archeologia ed etnologia di Cambridge, Massachusetts (USA). La sua conclusione è che il metodo utilizzato per realizzare questi manufatti era lo stesso dei reperti della Grotta di Mandrin.

Foto: Twitter @habib_b

'Si può leggere una selce come si può leggere un libro'

"Si può leggere una selce come si può leggere un libro", ha detto Slimak allo Smithsonian Magazine. "Non si tratta solo del prodotto finale, ma si possono vedere le fasi tecniche della produzione".

I processi erano gli stessi

"Quando ho aperto quelle scatole", ha detto Slimak, "ho avuto una sorpresa enorme: era lo stesso processo tecnico. Tutte le fasi di produzione erano le stesse della Grotta di Mandrin".

Le tecniche di creazione degli strumenti

Slimak ha poi spiegato che esistono diversi modi per creare strumenti litici, ma ha sottolineato che la probabilità che due gruppi diversi utilizzino le stesse tecniche è molto improbabile.

Gli stessi popoli

"È quasi impossibile, a meno che non si tratti delle stesse persone", ha dichiarato l'archeologo francese. "Ho capito chiaramente che mi trovavo di fronte agli stessi popoli e alla stessa cultura".

Una nuova teoria sulle migrazioni dell'Homo Sapiens in Europa

Sulla base di questi dati, Slimak ha avanzato l'ipotesi che la migrazione umana verso l'Europa sia avvenuta in tre fasi distinte e che i denti e gli utensili rinvenuti nei pressi della Grotta di Mandrin rappresentino reperti della prima ondata migratoria, avvenuta 10.000 anni prima di quanto si pensasse!

Ancora