Tutti i segreti dell'enigmatica Gioconda di Leonardo
Pochi quadri sono famosi in tutto il mondo come la Gioconda di Leonardo Da Vinci. Ma con una tale popolarità, è difficile separare la realtà dalla finzione. Esistono molti miti, misteri e leggende sul capolavoro di Leonardo Da Vinci, alcuni dei quali potrebbero davvero sorprenderti.
Una delle maggiori controversie sulla Gioconda di Leonardo Da Vinci è l'identità dell'enigmatico soggetto. Ufficialmente si ritiene che la donna ritratta nel dipinto esposto al Louvre sia la moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, Lisa Gherardini, detta Lisa del Giocondo. Tuttavia, negli ultimi anni questa ipotesi è stata messa in discussione.
Nei secoli scorsi si è ipotizzato che la vera protagonista del dipinto di Da Vinci sia in realtà la nobildonna francese Costanza d'Avalos, principessa di Altavilla. Tuttavia, negli ultimi decenni questa teoria sembra aver perso consensi. Molti critici d'arte indicano come vera Monna Lisa un'altra famosa italiana di nobili natali.
Immagine: Pittore locale del periodo - Affresco nel convento di Sant'Antonio a Ischia, Pubblico dominio, Wikicommons
Al giorno d'0ggi, l'unica alternativa plausibile per quanto riguarda l'identità della Gioconda è Isabella d'Este. Mecenate delle arti nell'Italia del suo tempo, Isabella d'Este aveva un rapporto cordiale con Leonardo e le prove della loro amichevole corrispondenza esistono ancora. Ma la prova più importante è un disegno di Isabella d'Este eseguito da Leonardo Da Vinci che ha una sorprendente somiglianza con la Gioconda.
Immagine: Mitglied5 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Wikicommons
Secondo altri critici, la Gioconda non è affatto il dipinto di una donna. L'ex presidente del Comitato Nazionale per i Beni Culturali Silvano Vinceti ha presentato una ricerca secondo la quale il soggetto del quadro in realtà è una composizione di due figure, una delle quali è l'apprendista ventenne di Da Vinci, e possibile amante, Gian Giacomo de Caprotti, meglio noto alla storia come Salaì.
«Abbiamo messo a confronto con la Gioconda tutti i dipinti in cui Leonardo ha utilizzato Salaì come modello, e alcuni dettagli corrispondono perfettamente», ha affermato in un'intervista al quotidiano inglese Telegraph Silvano Vinceti, che prosegue: «perciò ha utilizzato due modelli e ha aggiunto dettagli creativi frutto della sua immaginazione».
Uno dei più grandi misteri della Gioconda è il nome del ponte raffigurato appena sopra la sua spalla sinistra. Sebbene il paesaggio appaia estremamente realistico, gli storici dell'arte non sono mai stati in grado di risalire alla sua esatta localizzazione. La teoria attuale è che si tratti del Ponte Buriano che scavalca l'Arno, in Toscana. Ma questa ipotesi è ancora molto discussa.
Nel 2011 la ricercatrice Carla Glori ha ipotizzato che il ponte nel dipinto non sia il Ponte Buriano, bensì il Ponte di Bobbio che attraversava il fiume Trebbia. Questa affermazione è però difficile da dimostrare, poiché il Ponte di Bobbio fu spazzato via da un'alluvione nel 1472.
Uno dei misteri più interessanti della Gioconda proviene ancora una volta dalle indagini svolte da Silvano Vinceti. Nel 2010 lo studioso sosteneva di aver trovato una serie di lettere nascoste, dipinte in modo quasi impercettibile, all'interno degli occhi di Monna Lisa. Si tratta delle lettere L e V nell'occhio destro, presumibilmente le iniziali di Leonardo, e delle lettere CE o B nell'occhio sinistro. Per quanto sia affascinante ipotizzare a chi possano appartenere queste ultime iniziali, il Museo del Louvre ha contestato le affermazioni di Vinceti sulle lettere occulte.
Una caratteristica interessante del dipinto è che la parte sinistra del panorama è posta più in basso rispetto a quella destra. Questo dà l'impressione che Monna Lisa sia più alta e sia seduta in una posizione più eretta quando si guarda il dipinto da destra a sinistra. Si tratta di una curiosità storica che porta a chiedersi: perché un artista così ossessionato dalla perfezione tecnica ha incluso una tale imperfezione nel suo capolavoro?
A differenza dell'enigma che rappresenta lo sfondo, il mistero del sorriso ammaliante di Monna Lisa potrebbe avere una spiegazione. Quando si osserva il dipinto, sembra che la bocca si muova, in particolare quando il nostro sguardo si posa sugli occhi. Nel 2000 un gruppo di scienziati dell'Università di Harvard suggeriva che il sorriso sfuggente della Gioconda è legato al funzionamento della visione periferica. Quando guardiamo gli occhi di Monna Lisa, vediamo il suo sorriso attraverso la nostra visione periferica, che ci consente di percepire solo il bianco e il nero. Ciò fa sì che le ombre agli angoli della bocca appaiano più grandi quando la guardi negli occhi, conferendo al sorriso una variabilità che appare realistica.
Si dice che Leonardo Da Vinci abbia lavorato al dipinto per quattro anni e che abbia continuato a farlo anche dopo il suo completamento. Portava con sé la Gioconda ovunque andasse e non ha mai firmato né datato l'opera. Negli ultimi anni della sua vita la portò persino in Francia, dove passò in mano al suo ultimo collezionista, il re Francesco I di Francia.
Questo potrebbe essere il più grande mistero della Gioconda: si tratta del dipinto originale? Si è ipotizzato che Leonardo Da Vinci abbia prodotto altre versioni del suo famoso capolavoro e che il dipinto esposto nelle sale del Louvre potrebbe non essere l'autentica Monna Lisa.
Tra gli storici dell'arte è sempre esistita la leggenda secondo cui Da Vinci dipinse due versioni della Gioconda. Già nel 1584 il pittore e teorico dell'arte del Cinquecento Giovanni Paolo Lomazzo sosteneva di aver individuato due versioni distinte dell'opera di Leonardo.
Una delle principali contendenti alla vera Monna Lisa potrebbe essere la Monna Lisa di Isleworth, nota anche come "Monna Lisa anteriore" o "Gioconda giovane". Il dipinto è stato nascosto nel caveau di una banca svizzera per oltre 40 anni e la sua esistenza è stata riconfermata solo nel 2012, quando il Politecnico federale di Zurigo ha portato alla luce l'opera nascosta. Il quadro è stato datato al periodo di Da Vinci, ma ci sono poche prove concrete della sua autenticità.
Un'altra versione della Gioconda è esposta nelle sale del Museo del Prado a Madrid, in Spagna. Per decenni è stata considerata una copia poco importante dell'opera di Leonardo, ma in seguito a un restauro avvenuto nel 2012 alcuni storici dell'arte si sono dichiarati convinti che sia stata dipinta da Leonardo stesso. Ciononostante, il sito web del Prado dichiara ancora ufficialmente che l'opera è una riproduzione eseguita da uno degli allievi di Da Vinci.
La Gioconda Vernon, dal nome del collezionista che la aveva in suo possesso nel XVIII secolo, è stata considerata dalla maggior parte degli storici dell'arte l'altra probabile candidata a secondo originale di Leonardo Da Vinci. Il dipinto sembra avere lo stesso soggetto e lo stesso stile della Gioconda del Louvre e un tempo faceva addirittura parte della collezione del museo. Ma il collegamento tra il quadro di Vernon e il genio toscano non è mai stato definitivamente provato.
Può essere che Leonardo abbia dipinto la Gioconda senza veli? Esistono diverse versioni che ritraggono la modella in abiti non proprio consoni, tra cui la "Monna Vanna", attualmente attribuita a Salaì. Tuttavia non si sa con certezza chi siano gli autori di queste opere o quando siano stata prodotte.
Una leggenda un tempo molto diffusa sulla Gioconda narrava che il dipinto non fu mai terminato perché le mancavano le sopracciglia. Nel 2007 l'ingegnere ottico francese Pascal Cotte smentiva questa idea, dimostrando che Monna Lisa originariamente era stata dipinta con le sopracciglia, solo che erano scomparse nel tempo.
Un altro mito sfatato sulla Gioconda è che non fosse una rappresentazione di una donna reale, bensì un autoritratto dello stesso Leonardo! Ciò è stato ampiamente smentito dalla scoperta di una nota del funzionario comunale fiorentino Agostino Vespucci, rinvenuta nel 2005, che sembra provare definitivamente che il soggetto del dipinto era Lisa del Giocondo.
Una leggenda popolare che fa di tanto in tanto il giro di Internet insinua che il pittore Pablo Picasso e il poeta Guillaume Apollinaire fossero coinvolti nel furto della Gioconda del 1911 commesso da Vincenzo Peruggia, ex impiegato del Louvre.
Era risaputo che Apollinaire e Picasso non amassero l'arte esposta al Louvre e che Apollinaire avesse persino protetto un uomo che in passato aveva rubato al Louvre: due degli oggetti trafugati furono trovati nell'appartamento di Picasso. Ma anche se può essere curioso immaginare uno dei più grandi artisti del Novecento che ruba l'opera del più grande artista del Quattrocento, questo è un falso mito: Peruggia rubò la Gioconda perché era convinto che appartenesse all'Italia in quanto sottratta da Napoleone.