La peggiore carenza di riso degli ultimi decenni: perché dovremmo preoccuparci

Secondo un rapporto della società globale di analisi dei dati Fitch Solutions Country Risk & Industry Research, il mondo dovrà presto affrontare la peggiore carenza di riso degli ultimi decenni.

Il rapporto stima che la carenza di riso per il 2023 ammonterà a circa 8,7 milioni di tonnellate, il che potrebbe significare un vero disastro per i miliardi di persone che dipendono dal raccolto di base.

Secondo il National Geographic, circa 3,5 miliardi di persone, dall'America Latina all'Asia e parti dell'Africa, dipendono dal riso per soddisfare la maggior parte delle loro esigenze alimentari.

Sfortunatamente, secondo Charles Hart, un analista di Fitch Solutions che ha parlato con CNBC, il previsto deficit di riso spingerà probabilmente il costo del prodotto alimentare ancora più in alto.

"A livello globale, l'impatto più evidente del deficit globale del riso è stato, ed è tuttora, il suo aumento del prezzo nell'ultimo decennio", ha spiegato Hart.

CNBC ha osservato che Fitch Solutions ha riferito che il costo medio del riso rimarrà a 17,30 dollari per quintale o cwt (centum weight) - un tipo speciale di unità di misura utilizzato nella misurazione di materie prime come riso, acciaio o bestiame - e si abbasserà solo a 14,50 dollari per cwt nel 2024.

"Dato che il riso è il prodotto alimentare di base in più mercati in Asia, i prezzi sono un fattore determinante dell'inflazione dei prezzi e della sicurezza alimentare, in particolare per le famiglie più povere", ha affermato Hart secondo CNBC.

Ci sono molte ragioni che hanno portato alla carenza di riso di quest'anno, tra queste anche la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico.

Le sanzioni russe per l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022 hanno preso di mira la spedizione di diversi ingredienti chiave necessari per la produzione di fertilizzanti, che a sua volta ha spinto il prodotto agricolo necessario a prezzi altissimi secondo Reuters.

Tuttavia, il vero problema che affligge la produzione di riso quest'anno è l'effetto smisurato che il clima e le questioni meteorologiche stanno avendo sulle principali nazioni produttrici di riso del mondo.

Nella seconda metà dello scorso anno, aree di terreno agricolo in Cina, il più grande produttore di riso al mondo, sono state afflitte da forti piogge monsoniche estive e da inondazioni", ha scritto Lee Ying Shan della CNBC, prima di descrivere il grande impatto che questi eventi meteorologici hanno avuto sulla produzione.

Utilizzando i dati raccolti dal gruppo di analisi del clima e dell'agricoltura Gro Intelligence, Lee ha osservato che le precipitazioni nelle più importanti province di produzione di riso della Cina, Guangxi e Guangdong, sono state le seconde più violente degli ultimi due decenni.

Il Pakistan è un altro importante produttore di riso che ha sofferto di gravi problemi di produzione legati a causa delle catastrofiche inondazioni che il paese ha subito nel 2022.

"Con l'impatto delle inondazioni estive che si sono rivelate ancora peggiori di quanto inizialmente previsto, la stima della produzione di riso per il 2022/23 è stata ridotta a 6 milioni di tonnellate", si legge in una dichiarazione di dicembre del Foreign Agriculture Service degli Stati Uniti sulla produzione pakistana.

Tuttavia, non tutti sono preoccupati per l'imminente carenza di riso. Todd Hultman, un analista di dati con Data Transmission Network e Dataline (DTN), crede che la paura di una carenza globale di riso potrebbe essere un po' esagerata.

“I prezzi spot del riso grezzo qui negli Stati Uniti hanno subito delle variazioni dai 16 ai 18 dollari per quintale in un anno. La fascia di prezzo è al livello più alto degli ultimi tre anni, ma i prezzi non mostrano ancora alcun segno di una drastica carenza", ha scritto Hultman per Progressive Farmer.

Dopo aver esaminato più da vicino i dati più recenti delle stime delle scorte finali del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti per il riso mondiale, Hultman ha concluso che le scorte di riso sono vicine ai minimi rispetto agli ultimi 5 anni piuttosto che agli ultimi 20 come previsto dalla CNBC.

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