Scoperte sorprendenti: le estinzioni di massa potrebbero aver incentivato la vita sulla Terra
Un nuovo studio indica che le estinzioni di massa provocate da eventi cataclismatici potrebbero aver fungito da catalizzatori per una ripresa più vigorosa della vita sulla Terra. La teoria sta suscitando ampio dibattito all'interno della comunità scientifica, ma la ricerca che la sostiene è solida.
La Terra ha sperimentato cinque grandi estinzioni di massa nel corso della sua storia e, secondo alcune ricerche, ci troviamo ora al cospetto della sesta. Tuttavia, il nuovo studio suggerisce che tali catastrofi possano in realtà essere positive per la vita sul pianeta nel lungo periodo.
Pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, il nuovo studio svela come gli eventi di estinzione di massa possano essere vantaggiosi per i sistemi Gaia. Ma cosa sono questi sistemi?
L'ipotesi Gaia, formulata negli anni '70 dal chimico James Lovelock e dalla microbiologa Lynn Margulis, è una delle teorie scientifiche più controverse. Questa teoria propone una spiegazione su come la vita sulla Terra possa aver modellato l'intero pianeta.
Come spiega la rivista scientifica Eos, secondo l'ipotesi Gaia la Terra si comporta come un organismo vivente autoregolante. Gli organismi viventi della Terra interagiscono con le componenti inorganiche per preservare, e talvolta migliorare, le condizioni del pianeta.
Secondo l'Enciclopedia Britannica, la teoria sostiene che tutti gli esseri viventi esercitano un effetto regolatore sull'ambiente terrestre, favorendo la vita nel suo insieme. La Terra mantiene condizioni omeostatiche essenziali per il sostegno della vita.
Non tutti gli esperti accettano la validità dell'ipotesi Gaia. Diversi ricercatori evidenziano come grandi perturbazioni ambientali, quali i cambiamenti climatici, possano compromettere o annientare le condizioni essenziali per il sostentamento della vita.
Tuttavia, l'ultima ricerca condotta dal professore dell'Università di Exeter Arwen Nicholson in collaborazione con i colleghi Nathan Mayne e Rudy Arthur rivela che i fenomeni capaci di determinare le estinzioni di massa potrebbero anche innescare eventi di portata ancora maggiore.
Nicholson, citato da Eos, illustra come la Terra si conformi al modello del sistema Gaia e osserva che, nella sua storia, eventi di grande impatto come la Grande Ossidazione di 2,5 miliardi di anni fa hanno determinato un incremento massivo dei livelli di ossigeno del pianeta. Questo fenomeno, tuttavia, ha portato con sé effetti collaterali.
Foto: Wiki Commons By André Karwath, Own Work, CC BY-SA 2.5
La stragrande maggioranza degli organismi anaerobici terrestri fu decimata dal fenomeno della Grande Ossidazione. Nonostante ciò, tale evento ha creato le condizioni necessarie per l'evoluzione degli animali, elevando la biodiversità a un punto di svolta. Queste riflessioni sono state il motore dietro l'impulso alla recente ricerca in questo campo.
I ricercatori hanno impiegato tecniche di modellazione computerizzata per simulare diverse perturbazioni ambientali capaci di ridurre la capacità di carico della Terra e hanno condotto una serie di esperimenti variando durata, intensità e frequenza degli eventi, rivelando risultati sorprendenti.
Migliaia di simulazioni hanno dimostrato che i sistemi perturbati presentano maggiori probabilità di estinguere tutte le forme di vita in essi contenuti. Tuttavia, nei sistemi in cui la vita riesce a persistere, si osserva una maggiore diversità e abbondanza di vita che si protrae per migliaia di generazioni.
"In presenza di un crollo, si crea il potenziale per la nascita di qualcosa di nuovo", spiega Nicholson. Nathan Mayne, coautore dello studio, osserva che: "[I sistemi] che sono sopravvissuti a questi eventi si sono ripresi con più forza".
Mayne ha precisato che la ricerca era di natura astratta e non comprendeva l'intera biosfera terrestre. Come riporta Eos, il ricercatore ha evidenziato come l'obiettivo dello studio fosse quello di esplorare i principi basilari che potrebbero governare la vita su altri pianeti.
La rilevanza di questa ricerca è evidente. Gli autori, citati da Eos, sostengono che i risultati potrebbero essere decisivi per la comunità scientifica nella ricerca di forme di vita extraterrestre. Inoltre, lo studio offre significative implicazioni per la comprensione dell'essere umano.
"Sono davvero contento che si sta cercando di verificare sperimentalmente alcune delle questioni più profonde sulla vita", ha dichiarato il paleontologo Peter Ward dell'Università di Washington a proposito dello studio, secondo quanto riportato da Eos.
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