Le spiegazioni (scientifiche) delle più grandi leggende popolari
Nei casi delle leggende e dei miti antichi, c'è la possibilità che l'immaginazione abbia giocato con la realtà e interpretato creativamente fenomeni e avvenimenti che all'epoca non erano così facili da spiegare. Scopriamo insieme qual è la base scientifica e storica che si nasconde dietro alcune (particolarissime) leggende del mondo antico.
Non solo nella Bibbia, ma anche in numerose altre tradizioni mitiche e leggendarie nell'Oriente antico e del mondo classico si racconta di una terribile tempesta che per 40 giorni scosse violentemente la Terra.
Il famoso episodio è stato oggetto di varie ipotesi, la più accreditata delle quali è quella fa riferimento a un'alluvione che nel 5.000 a.C. colpì la zona che corrisponde all'odierno Mar Nero.
Il diluvio universale, secondo la tradizione biblica, fu voluto da Dio per punire gli uomini. Solo uno di essi fu risparmiato, Noè. Per volere di Dio, l'uomo costruì una grande imbarcazione in cui raccolse un maschio e una femmina di tutti gli animali viventi, che avrebbero ripopolato il pianeta, una volta terminato il diluvio.
Il racconto dell'arca di Noè potrebbe essere stata la spiegazione che l'uomo antico ha saputo dare a se stesso al ritrovamento dei fossili di pesci sulle cime delle montagne, un fatto che anticamente poteva apparire solo opera di una divinità. Oggi, invece, sappiamo che ciò è il risultato della t e t t o n i c a delle placche terrestri.
È l'Iliade ad aver reso immortale il mito della Chimera, un mostro s p u t a f u o c o con la coda di serpente e la testa di leone, responsabile della distruzione periodica delle coste che appartengono all'odierna Turchia.
Dietro il mito di un mostro s p u t a f u o c o, secondo alcuni studiosi, potrebbero esserci i fuochi perpetui che ancora oggi è possibile vedere sul Monte Chimera, nei pressi del sito archeologico di Yanartaş, in Turchia. Sono alimentati dal gas metano che scaturisce dalle rocce e, molto probabilmente, anticamente venivano usati dai marinai come punti di riferimento. Vedendoli dalle loro barche, avranno contribuito a creare il mito.
La Pizia era la sacerdotessa incaricata di recitare i responsi dell'oracolo di Delfi, ma poteva farlo solo quando raggiungeva uno stato di estasi mistica indotta dai vapori che fuoriuscivano da una roccia, almeno secondo quanto racconta Plutarco.
Quelli che Plutarco chiamava "dolci vapori" sono stati oggetto di numerosi studi e altrettanto accesi dibattiti. Ciò che si sa è che il tempio dedicato ad Apollo a Delfi è situato in una zona attiva a livello sismico e sotto di esso sono state trovate due faglie. L'ipotesi più accreditata è che un terremoto lungo la faglia abbia generato i gas a cui si riferisce l'autore greco.
Che tipo di gas fosse e se avesse proprietà a l l u c i n o g e n e, però, non mette d'accordo gli scienziati. Chi appoggia l'ipotesi del terremoto, reputa che tali gas fossero quelli che normalmente vengono emessi in questi casi, come l'anidride carbonica e l'acido solforico. Altri scienziati parlano di un mix tra metano ed etilene e altri ancora di metano.
Secondo il mito, oltre le Colonne d'Ercole (che per i greci rappresentavano la fine del mondo) si trovava un'isola leggendaria abitata da semidei potentissimi: Atlantide. La fine di questo regno, però, sarebbe arrivata in un solo giorno, distrutto da un cataclisma dopo aver provato senza successo ad invadere la città di Atene.
Foto di HANSUAN FABREGAS da Pixabay
In molti concordano sul fatto che questa storia potrebbe essere nata in seguito all'eruzione di un vulcano, il Thera, nella zona in cui oggi sorge Santorini.
Secondo il mito, il vulcano Kilauea sarebbe stato abitato dalla dea del fuoco Pele, divinità impetuosa, irascibile e vendicativa. Proprio la vendetta sarebbe stato il movente di una delle sue azioni più estreme: incendiare un'intera foresta e scaraventare all'interno del vulcano un uomo, colpevole di averle preferito sua sorella. Quest'ultima, disperata, scavò senza tregua nel vulcano per ritrovare il suo amato, riempiendo l'aria di scintille e lapilli.
Questa calamità naturale, avvenuta circa 3500 anni fa, fu la responsabile del crollo di una parte dell'isola, determinò terribili tsunami e una nube di gas che, molto probabilmente, portarono al declino della civiltà minoica della vicina Creta.
L'ipotesi storica della nascita di questa "soap opera" antica è quella che fa riferimento a una interminabile eruzione che nel XV sec. colpì 430 km quadrati di foresta dell'isola e che durò ben 60 anni. Lo scavare disperato della sorella di Pele sarebbe, invece, sarebbe la spiegazione che si davano gli antichi alla formazione della caldera del Kilauea.
Una leggenda camerunese racconta che, durante un'epoca di esodo, il popolo dei Bamessi decise di accogliere per un periodo quello dei Kom. I Kom, però, erano troppo fertili e con il passare del tempo stavano diventando troppi: il re dei Bamessi, convinto che rappresentassero una minaccia, ordì un complotto per uccidere tutti i maschi dei Kom e tener così salda la sua corona.
Per vendicarsi, il leader dei Kom disse alla sorella che si sarebbe tolto la vita e il suo sangue avrebbe formato un lago pieno di pesci, da cui il suo popolo avrebbe dovuto tenersi alla larga. I Kom abbandonarono la terra e il lago rimase ai Bamessi. Nel giorno dedicato alla pesca, il lago esplose, causando la morte di coloro che si trovavano nei pressi.
Il 21 agosto 1986 presero la vita oltre 1.700 persone e 3.500 animali nelle vicinanze del lago vulcanico Nyos, in seguito all'espansione di una una nube letale di anidride carbonica. Il vulcano nel cui cono giace il lago è un vulcano dormiente ed è probabile che in condizioni normali l'acqua freni il CO2, ma in condizioni specifiche, al raggiungere un punto critico, il gas sia risalito e si sia diffuso, sotto forma di una enorme nube di gas tossico. Ma se sia nato prima il mito e poi la realtà... questo non lo sappiamo.
Una popolare leggenda giapponese riguarda un gigantesco pescegatto chiamato Namazu, nascosto sotto alla superficie del Giappone, frenato con una gigantesca pietra sulla testa dal dio Kashima. I violenti terremoti che scuotono il Giappone avverrebbero quando, sfuggendo il controllo di Kashima, Namazu si agita e scuote le sue pinne.
È cosa nota che il Giappone sia situato sulla linea di congiunzione di varie placche t e t t o n i c he, presenti numerosi vulcani e sia attraversato da faglie con elevati livelli di sismicità. Il pescegatto, poi, nella tradizione popolare, sarebbe un animale capace di prevedere i terremoti. La fusione di questi due dati avrebbe dato origine alla leggenda.
Un'altra leggenda che riguarda un lago è quella del Crater Lake, un lago vulcanico situato nella caldera del Monte Mazama, che, secondo il mito, sarebbe stato lo scenario di una sanguinosa battaglia tra il dio degli inferi, Llao, e quello dei cieli, Skell. La lotta tra le due divinità si sarebbe conclusa, dopo attacchi con rocce e fiamme, solo con il collasso del vulcano e la caduta di Llao. Con le successive piogge si sarebbe formato l'attuale lago.
Se non consideriamo la battaglia tra dei, la leggenda ripropone ciò che avvenne realmente quasi 8000 anni fa: ci fu una spaventosa eruzione vulcanica, la caldera del vulcano collassò e la pioggia riempì il bacino.
Secondo una leggenda delle Isole Salomone, un giovane chiamato Rapuanate si innamorò perdutamente di una donna dell'Isola di Teonimanu. Sfortunatamente, anche suo fratello se ne era innamorato e il suo amore era corrisposto. Per vendicarsi, Rapuanate fece sprofondare la terra dell'amata nel mare con un sortilegio.
Fu un terremoto a far sprofondare l'isola di Teonimanu, una delle isole sommerse rilevate in questa zona del Pacifico. Il terremoto avrebbe fatto sí che l'isola scivolasse nella fossa oceanica delle Filippine. Però il racconto di una soap opera familiare è, forse, più interessante da tramandare.