Russia, Aeroflot chiede ai suoi dipendenti di non registrare i malfunzionamenti degli aerei
Stando a quanto riporta il sito indipendente russo Proekt, ripreso da Moscow Times, la compagnia aerea russa Aeroflot avrebbe chiesto ai propri dipendenti di non registrare eventuali malfunzionamenti dei velivoli al fine di evitare che rimangano a terra.
Proekt ha raccolto le testimonianze di dipendenti attuali ed ex membri di Aeroflot, che avrebbero confermato la politica della compagnia di far decollare gli aerei anche in caso di problemi alle apparecchiature.
Come spiega un ex impiegato di Aeroflot, questa politica è stata introdotta la scorsa primavera "per evitare agli aerei di rimanere a terra a causa di malfunzionamenti, che secondo i regolamenti vigenti comportano il divieto assoluto di decollo". Una politica che, a detta di un altro tecnico di Aeroflot, è comune anche ad altre compagnie.
Ne dà testimonianza un ex pilota della Nordwind Airlines, compagnia con sede a Mosca, che si è riferito a un incidente verificatosi a gennaio 2023 nell'aeroporto di Kazan, quando un Boeing 737 ha iniziato a perdere carburante all'accensione dei motori. Il pilota ricorda: "Era successo diverse volte prima, ma la direzione della compagnia aerea ci ha chiesto di non registrare nulla".
"L'atteggiamento russo di scommettere sulla buona sorte esiste anche in aviazione. Ovviamente, è spaventoso volare con la speranza che non succeda nulla, ma purtroppo questo è ciò che sta accadendo oggi in molte compagnie aeree del Paese oggi", ha aggiunto l'ex pilota.
In effetti i guasti, gli atterraggi forzati e il crescente senso di insicurezza sembrano accomunare le compagnie aeree russe negli ultimi mesi. Il motivo? Senza dubbio la guerra e le sanzioni imposte alla Russia.
È stato il quotidiano russo Novaya Gazeta a lanciare l'allarme sulla complicata situazione che stanno affrontando le compagnie aeree russe a causa della mancanza di manutenzione e assistenza tecnica e di una preoccupante carenza di pezzi di ricambio. Ovviamente, la sicurezza dei voli non può che risentirne.
Novaya Gazeta sottolinea che le compagnie aeree russe contano in larga misura su velivoli di fabbricazione occidentale, motivo per cui il congelamento in termini di assistenza tecnica e fornitura di pezzi di ricambio da parte di aziende come Airbus o Boeing sta rappresentando un serio problema.
La soluzione temporanea che hanno trovato le compagnie aeree è quella di ordinare parti generiche come ruote o freni da altri fornitori, ma questi ricambi sono 3-4 volte più costosi degli originali.
Inoltre, il quotidiano russo osserva che alcuni pezzi importanti come certe parti del motore non possono essere importate, il che significa che le compagnie aeree stesse devono effettuare costosi e complicati lavori di manutenzione.
A complicare le cose c'è il fatto che anche gli aerei di fabbricazione russa, come il Sukhoi Superjet 100 o l'MS-21, sono costruiti con componenti di fabbricazione straniera.
Un esempio evidenziato da Novaya Gazeta è quello dei filtri del carburante che, in mancanza di ricambi, vengono lavati dalle compagnie aeree e rimessi sugli aerei, sperando che durino il più a lungo possibile, invece di sostituirli con filtri nuovi di cui non dispongono.
Paesi come Emirati Arabi Uniti, Cina, Iran o Turchia stanno rifornendo le compagnie aeree russe di alcuni pezzi di ricambio che però, oltre a essere più costosi, impiegano molto più tempo ad arrivare in Russia, secondo quanto riportato da Novaya Gazeta.
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Ma questa catena logistica parallela potrebbe avere i giorni contati: i fornitori di pezzi di ricambio hanno iniziato a richiedere ai paesi in questione di indicare la destinazione finale di ciascuna parte, compreso il numero di coda dell'aeromobile. Questa misura non solo complicherà ulteriormente la fornitura alla Russia, ma farà anche salire il prezzo di ogni ricambio.
Se si considera che durante il primo anno di guerra la Russia ha speso per questa questione 2,15 miliardi di dollari del bilancio federale, di cui 1,25 miliardi sono andati a sovvenzionare il trasporto interno, tutto indica che mantenere tali sussidi sarebbe molto più costoso in un presumibile secondo anno di guerra.
Nel frattempo, la guerra continua, le compagnie aeree continuano a volare e gli aerei russi stanno diventando sempre più insicuri, tanto che i cittadini cominciano ad avere qualche remora a volare, come fa sapere Novaya Gazeta.
Il quotidiano russo evidenzia che "dall'inizio del 2023 le segnalazioni di malfunzionamenti, depressurizzazioni o atterraggi di emergenza sono aumentate in modo significativo".
Novaya Gazeta menziona compagnie aeree come "Aeroflot, Pobeda, Rossiya, Azur, UTair e altre" tra quelle coinvolte in un problema che, ovviamente, è destinato ad aggravarsi con il passare delle settimane.
Tra le soluzioni prese in considerazione dal governo russo ci sarebbe un aumento del 15-30% del prezzo dei voli, che sarebbe a carico dei passeggeri e che inizierebbe a essere applicato quest'estate.
Se all'aumento del prezzo dei biglietti si aggiungono la crescente insicurezza e l'incertezza dei clienti, appare chiaro che le compagnie aeree russe sono a serio rischio.
È evidente che le sanzioni internazionali e le misure restrittive imposte alla Russia continuano a danneggiare la vita quotidiana del paese dopo più di un anno di conflitto.