L’Ucraina si affaccia a un blackout energetico totale: la strategia di Kiev per fronteggiarlo
Gli attacchi della Russia all’Ucraina non si fermano. L’offensiva guidata da Vladimir Putin sta mettendo a dura prova i cittadini del Paese vicino su molti fronti. E ora, in piena estate, tutti cominciano a volgere lo sguardo verso ciò che verrà.
L'inverno, infatti, preoccupa sia ai leader che ai cittadini ucraini, consapevoli degli enormi danni che la Russia ha causato alle infrastrutture energetiche del Paese.
Maxim Timchenko, amministratore delegato della DTEK , responsabile della gestione della maggior parte delle centrali non nucleari dell'Ucraina, in un'intervista alla rivista britannica The Economist ha rivelato che solo nel 2024 il 90% della loro capacità di generazione è stata distrutta.
L'attenzione della Russia è rivolta all'energia ucraina, consapevole dell'importanza di questa risorsa. Negli ultimi mesi, infatti, gli attacchi contro impianti termici, idroelettrici e fotovoltaici sono stati costanti.
Secondo i dati raccolti dalla rivista, prima dell’invasione l’Ucraina aveva una capacità di generazione di 36 gigawatt. Negli ultimi mesi del 2023, i danni alle infrastrutture hanno ridotto questa cifra alla metà.
L'offensiva degli ultimi mesi, però, ha distrutto altri 9 GW, avverte The Economist, e quelli che restano provengono dalle centrali nucleari del Paese.
Questa situazione ha causato frequenti blackout nelle città ucraine che ora sono alla ricerca di generatori per sopperire alla mancanza di energia.
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Allo stesso tempo, le autorità si muovono su due fronti: da un lato cercano di aumentare le importazioni di GW dall’Unione Europea, anche se non sembra essere una questione semplice.
Dall'altro, i tecnici sono immersi in una corsa contro il tempo per cercare di riparare gli impianti danneggiati. A tale scopo si cercano in tutto il continente i componenti necessari, ad esempio negli stabilimenti sovietici smantellati, ricorda l'Economist.
Data la situazione, il governo sta anche accelerando il rafforzamento della sua politica energetica, che punta chiaramente sull'energia nucleare.
Lo scorso gennaio, infatti, il ministro tedesco Galushchenko aveva annunciato all'agenzia Reuters che quest'anno avrebbero iniziato a costruire quattro nuovi reattori nucleari presso l'impianto di Khmelnytskyi, situato nell'Ucraina occidentale.
Il paese ha quattro centrali nucleari e un totale di 15 reattori, che rappresentano circa la metà della produzione elettrica dell'Ucraina, secondo i dati del Consiglio per la sicurezza nucleare.
La più importante era la centrale nucleare di Zaporizhia, la più grande d’Europa, passata sotto il controllo russo nel 2022 e attualmente non operativa. Questa struttura forniva la metà dell'energia atomica del paese.
Oltre al nucleare, l’Esecutivo comincia a scommettere anche sulle rinnovabili, come l'eolica e la solare, che paradossalmente in pieno conflitto stanno spingendo il Paese sulla strada della decarbonizzazione.
Intervistato dal quotidiano Ukraine Business News, Andriy Konechenkov, presidente del consiglio di amministrazione dell'associazione ucraina per l'energia eolica, ha spiegato di recente che durante il conflitto sono stati costruiti tre nuovi parchi eolici, da 114 MW, 60 MW e 54,6 megawatt.
Stanno facendo progressi anche nella costruzione di parchi fotovoltaici. Secondo gli esperti, questi impianti rinnovabili, oltre ad essere più sostenibili, sono anche più resistenti all’impatto dei missili russi e più veloci da riparare in caso di attacchi.
Il Paese dovrà sbrigarsi e cercare soluzioni non solo a lungo termine, ma anche a breve termine, per affrontare l’inverno che arriverà, sia per garantire energia alle famiglie, sia per l'industria.