Non solo Messina Denaro: chi sono i boss mafiosi più spietati (e più potenti) della storia?
È del 16 gennaio 2023 la notizia dell'arresto del più famoso superlatitante mafioso, Matteo Messina Denaro, dai parte dei Carabinieri del ROS. Era latitante da oltre 30 anni, tanto da essere chiamato Diabolik, e averlo assicurato alla giustizia rappresenta un risultato importantissimo nella lotta alla criminalità organizzata del nostro paese.
Dopo l'arresto di Bernardo Provenzano nell'aprile 2006 e quello di Salvatore Lo Piccolo a novembre dell'anno successivo, infatti, Matteo Medina Denaro si era trasformato nel ricercato numero 1 delle autorità italiane. Ma chi sono gli altri boss mafiosi, i 'padrini' sul cui capo pesano alcuni dei crimini più efferati della storia italiana (e non solo)?
L'arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto il giorno dopo un anniversario importante per le forze dell'ordine: quello dell'arresto del famigerato boss Salvatore Totò Riina, il cosiddetto "boss dei boss", ritenuto il padrino mafioso più feroce della storia, responsabile, tra gli altri, dell'omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa (1982) e delle stragi di Capaci (maggio 1992) e via d'Amelio (luglio 1992), in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino. Era latitante da 24 anni.
Braccio destro di Totò Riina, Giuseppe Lucchese è stato uno dei più feroci k i l l e r di Cosa Nostra. Indicato da più pentiti come il responsabile di oltre 50 omicidi, a lui conducono anche le piste sull'omicidio di Salvo Lima, politico ed ex sindaco di Palermo ucciso nel 1992. Condannato all'ergastolo nel Maxi Processo del 1998, è recluso in un carcere di massima sicurezza. È responsabile anche della cosiddetta "strage delle donne di Bagheria", in cui vennero uccise le donne della famiglia di Francesco Marino Mannoia (nella foto), il pentito grazie alle cui dichiarazioni venne arrestato.
Boss mafioso latitante da 25 anni e presuntamente legato proprio a Messina Denaro, Salvatore Lo Piccolo era considerato la figura a cui rispondevano tutte le famiglie mafiose del Nord Italia. Venne arrestato nel 2007 e tra i documenti sequestrati dagli inquirenti figurava una sorta di "decalogo del perfetto mafioso", con le regole di affiliazione a Cosa Nostra.
Lo chiamavano "Binnu u' Tratturi (Bernardo il trattore)", per sottolinearne la caparbietà e la potenza. Il boss della famiglia corleoneose, catturato nel 2006 dopo 43 anni di latitanza, è considerato il responsabile di grandissime stragi e della morte del giudice Antonino Saetta (1988) e del sostituto procuratore generale della Cassazione Antonino Scopelliti, tra le altre. A tradirlo furono i 'pizzini', ovvero i messaggi che nascondeva per i suoi familiari e collaboratori in oggetti come le buste della spesa. È morto in carcere nel 2016.
Dieci anni prima dell'arresto di Provenzano, nel 1996, era stato arrestato un altro importante boss di Cosa Nostra: Giovanni Brusca. Divenuto collaboratore di giustizia, il boss confessò di aver ordinato o eseguito oltre 150 omicidi, alcuni dei quali ferocissimi, come quello di un bambino di soli 11 anni sciolto nell'acido.
Il capomafia di Cinisi (Palermo) fu uno dei più potenti esponenti di Cosa Nostra, condannato nel 1987 negli Usa nell'ambito dell'indagine denominata 'pizza connection'. Badalamenti, infatti, gestiva un traffico internazionale di d ro ga tra Palermo e gli Stati Uniti nel retro delle pizzerie italiane negli USA. A lui è legata, tra le altre, la morte di Peppino Impastato (1978), l'attivista antimafia figlio di un esponente della mafia locale che utilizzava radio Aut per denunciare proprio le attività della famiglia Badalamenti.
Originario di Castellammare del Golfo (Trapani), Joe Bonanno fu il più giovane mafioso a diventare boss: aveva solo 26 anni. È ricordato per l'introduzione del metodo della "doppia bara" per occultare le sue vittime sotto i "legittimi proprietari" della bara in questione.
Noto come uno dei k i l l e r più feroci della mafia, Antonino Marchese non riconobbe mai di far parte di Cosa Nostra, eppure nel Maxi processo di Palermo gli vennero imputati alcuni degli omicidi più feroci della storia, tra cui quello di un suo compagno in carcere, ucciso a colpi di bistecchiera.
Nella foto: un'immagine dell'aula bunker in cui si svolse il Maxi Processo contro Marchese e altri 459 imputati per crimini di mafia.
Di Sconosciuto - Sconosciuta, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56594596
Carlo Gambino è il fondatore di una delle famiglie mafiose più potenti di New York degli inizi del 1900, quella dei Gambino appunto. Fu un personaggio così old style da ispirare il Vito Corleone del film di Francis Ford Coppola 'Il Padrino'. Morì d'infarto davanti alla TV, mentre vedeva una partita di baseball.
Alla famiglia Gambino apparteneva John Gotti, boss newyorkese e rinomato k i l l er. Non venne mai condannato per le numerose morti causate, finché uno dei suoi non lo tradì nel 1992 per l'omicidio del suo predecessore Paul Castellano. A lui è dedicata una copertina della rivista Time disegnata da Andy Warhol nel 1986.
Uno dei primi boss siciliani a 'scoprire l'America' fu Vito Cascio Ferro. Fu responsabile, tra gli altri, di uno dei delitti più macabri della storia, il cosiddetto "delitto del barile": la sua vittima era un falsario, colpevole di voler far affari nel suo territorio, che fu letteralmente fatto a pezzi e infilato in un barile. Dichiarato innocente ben 69 volte, alla 70ª fu condannato all'ergastolo. Morì in carcere a Napoli nel 1943, dimenticato e lasciato morire di stenti durante l'evacuazione della città nella II Guerra Mondiale.
Foto: United States Treasury Department, Public domain, via Wikimedia Commons
È così presente nell'immaginario collettivo da sembrare un personaggio di finzione, eppure Lucky Luciano, all'anagrafe Salvatore Lucania, è esistito davvero. A capo della famiglia Genovese dopo l'uccisione del suo rivale Joe Masseria, venne condannato a 50 anni di prigione di cui ne scontò solo 10 (si dice per aver collaborato con gli americani per lo sbarco degli Alleati in Sicilia). La rivista Time lo ha inserito nella lista dei 20 uomini più influenti del XX secolo.
Originario della Provincia di Trapani in Sicilia, Giuseppe Masseria divenne a 43 anni il capo del clan Morello, che si contendeva il controllo del mercato dell'illecito a New York. Fu lui la vittima designata dal boss Lucky Luciano per il controllo delle famiglie mafiose a New York nel 1931.
Se Lucky Luciano sembra appartenere al mondo del cinema, cosa dire di Al Capone, l'uomo diventato il vero e proprio simbolo della mafia in America? Figlio di immigrati dalla Campania, Al nacque a Brooklyn nel 1899, ma fu per le sue attività a Chicago che venne dichiarato dalle autorità americane "nemico pubblico nº 1". Non fu mai arrestato per i suoi crimini, ma venne condannato per evasione fiscale (ricordate 'Gli intoccabili'?). Se volete un altro riferimento cinematografico, beh, c'è anche Scarface (lo sfregiato), il soprannome che gli venne dato per una cicatrice sulla tempia da un colpo di coltello inflittogli durante una lite per l'onore della sorella.
Se c'è però un boss della mafia che riuscì a passare solo una notte in carcere, nonostante la sua cruedeltà, questi è Tony Accardo, noto come Big Tuna, attivo per circa 80 anni a Chicago, dal 1947. Un esempio banale della sua ferocia fu la vendetta contro 4 ladri che rubarono a casa sua: vennero ritrovati giorni dopo il fatto, con il collo tagliato.
Non ne passò neanche una in prigione, invece, Hisayuki Machii, il boss della yakuza, la mafia giapponese, che dominò la scena criminale del paese nipponico per oltre 50 anni.
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Il termine "Cosa Nostra" fu pronunciato per la prima volta da Joe Valachi, il primo grande pentito della storia e la persona che permise di ricostruire la struttura interna della mafia e le sue regole di funzionamento. Tentò di togliersi la vita, senza successo, per poi morire a causa di un arresto cardiaco. È colui che nel film 'Il Padrino II" funge da ispirazione a Francis Ford Coppola per il personaggio di Frank Pentangeli.
Nato come Francesco Castiglia, Frank Costello fu un importante esponente e gangster della mafia italo-americana negli Stati Uniti, diventando boss della famiglia Luciano, poi nota come Genovese. Le morti ordinate da questo boss durante il suo periodo di potere lo resero inviso a molte persone, tanto da essere vittima di un tentativo di omicidio nel 1957, che venne sventato. Soprannominato "Primo Ministro", è nota anche la sua forte influenza sulla politica del tempo.
Ancora vivo e latitante, il boss della mafia indiana Dawood Ibrahim, coinvolto nelle due stragi che hanno scosso Mumbai nel 1993 e nel 2008. Si sospetta che si sia rifugiato in Pakistan, ma le autorità del luogo lo negano.
Al centro nella foto con indosso una maglia gialla
Pablo Emilio Escobar Gaviria, noto semplicemente come Pablo Escobar, è stato uno dei più noti trafficanti di tutti i tempi e uno dei padrini più sanguinari della storia: a lui si devono le morti, tra le altre, di 3 candidati alla presidenza della Colombia, 2 ministri e oltre 200 giudici.
Nella foto: Il boss con sua moglie, Maria Victoria