Protezione solare: ma è davvero sicura?
Tutti sappiamo che la protezione solare è fondamentale per prevenire le scottature, il cancro della pelle e l'invecchiamento precoce. Un tempo il consiglio di spalmarsi la crema solare prima di ogni esposizione al sole era molto seguito, ma negli ultimi anni questi prodotti sono stati messi in discussione per i loro effetti potenzialmente nocivi sulla salute e sull'ambiente.
Secondo delle recenti ricerche, infatti, alcune sostanze chimiche contenute in certe creme solari possono provocare effetti indesiderati sulla salute. Un altro interrogativo è se proteggersi costantemente dal sole sia davvero salutare. Ecco cosa sappiamo.
I primi filtri ultravioletti B sono stati prodotti nel 1928. La prima crema solare come la conosciamo oggi è stata inventata in Australia nel 1932. Ma le creme solari con protezione UVA e UVB sono state introdotte solo negli anni '80.
I soldati statunitensi di stanza nel Pacifico meridionale durante la Seconda guerra mondiale erano esposti alle scottature solari, motivo per cui l'esercito americano è stato uno dei primi a utilizzare la protezione solare. Negli anni '50, il marchio Coppertone ne fece aumentare la popolarità e negli anni '70 è stata regolamentata negli Stati Uniti.
La raccomandazione dell'Accademia Americana di Dermatologia è sempre la stessa da anni: tutte le persone dovrebbero usare protettori solari con un minimo di SPF 30 per proteggersi dai raggi UVA e UBA. Le prove scientifiche confermano i loro benefici nella prevenzione dei danni a breve e a lungo termine.
È stato provato che la protezione solare può prevenire le rughe ma, cosa ancora più importante, il cancro della pelle. Gli studi dimostrano che l'uso quotidiano di protettore solare SPF 15 può ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma a cellule squamose (SCC) di circa il 40% e di melanoma del 50%, come spiega la Skin Cancer Foundation.
Esistono due tipi principali di creme solari: minerali e chimiche. Queste ultime, come indica il nome, contengono varie sostanze chimiche che intervengono per inattivare i raggi nocivi del sole e sono quelle che hanno suscitato maggiori controversie.
Foto: Byeonghoon Jeon / Unsplash
In particolare, la polemica è iniziata nel 2019, quando la FDA ha chiesto maggiori dati ai produttori di creme solari chimiche in merito alla sicurezza degli ingredienti in esse contenuti.
Nel 2019 e nel 2020 la FDA ha pubblicato altri due studi che hanno destato allarme. Essi rilevavano che alcune sostanze chimiche comunemente presenti nei protettori solari, come l'ossibenzone, possono attraversare la pelle ed entrare nel flusso sanguigno. Tuttavia, i ricercatori non sono sicuri che ciò abbia delle ripercussioni sulla salute.
Anche se le prove non sono conclusive, diversi studi hanno trovato un'associazione tra le sostanze chimiche delle creme solari, in particolare l'ossibenzone, e le alterazioni ormonali, la funzione renale e la fertilità. Inoltre, la ricerca sugli animali ha ipotizzato una possibile correlazione con il cancro.
Gli scienziati europei recentemente hanno proposto di limitare le concentrazioni di ossibenzone e omosalato a livelli più bassi rispetto agli Stati Uniti. Come riporta Bloomberg, a causa della pessima pubblicità queste sostanze chimiche sono ormai rare nelle creme solari SPF 50, che però contengono spesso altre sostanze la cui sicurezza è in dubbio.
Nel 2021, un laboratorio statunitense ha rilevato alti livelli di benzene, un noto cancerogeno, in diverse marche di creme solari e prodotti doposole. La sostanza chimica è stata trovata in alcuni spray, gel e lozioni, sia nelle formulazioni chimiche che in quelle minerali. Grandi marchi come Coppertone hanno ritirato i prodotti in questione dal mercato.
Ma non è in gioco solo la salute umana: nel 2021 le isole Hawaii hanno annunciato la messa al bando delle creme solari contenenti ossibenzone e ottinoxato a causa dei danni che provocano alle barriere coralline.
Nel corso degli anni sono emerse ulteriori prove: secondo il National Ocean Service statunitense, le sostanze chimiche utilizzate in migliaia di prodotti per proteggersi dal sole minacciano i coralli e altre forme di vita marina. Da allora, un numero maggiore di Paesi e di aree balneari ha vietato questi protettori solari.
Infografica: National Ocean Service (NOAA), US Gov, Sunscreen Chemicals and Marine Life.
Le creme solari minerali agiscono come una barriera tra la pelle e il sole e non vengono assorbite (o almeno non tanto) dalla cute. Il gruppo di difesa dei consumatori Environmental Working Group (EWG) classifica le creme solari in base alla sicurezza e all'efficacia, e la maggior parte dei prodotti in cima alla sua classifica sono minerali.
Foto: Kindel Media / Pexels
Sebbene alcuni studi dimostrino che il biossido di titanio può essere assorbito, gli esperti affermano che le creme solari minerali sono generalmente meno rischiose di quelle chimiche.
David Andrews, scienziato dell'EWG, ha dichiarato a Time Magazine che i consumatori non dovrebbero smettere di usare la protezione solare, in modo particolare le formulazioni minerali, che consiglia di abbinare all'uso di indumenti protettivi, oltre a limitare l'esposizione diretta al sole.
Ad aggiungere ulteriore confusione è una nuova ricerca che sottolinea i benefici dell'esposizione al sole per gli esseri umani. Uno studio svedese ha infatti scoperto che le donne che trascorrono più tempo al sole vivono da uno a due anni in più rispetto a quelle che lo evitano. Uno studio britannico è giunto a conclusioni simili: la maggiore esposizione al sole è associata a una vita più lunga.
La vitamina D viene creata dal nostro organismo quando viene esposto ai raggi UVB. Si tratta di una vitamina fondamentale per la salute, la cui carenza è associata a malattie cardiovascolari, infezioni e tumori, come spiega il The Guardian.
Tuttavia, da alcuni studi a lungo termine sul consumo di integratori di vitamina D per prevenire questi problemi sono emersi risultati contrastanti, al punto che alcuni scienziati si sono chiesti se effettivamente sia la vitamina D a renderci più sani o e se sia solo un biomarcatore dell'esposizione solare e che sia quest'ultima a contribuire alla nostra salute.
Nel 2020, diversi scienziati hanno messo in guardia medici e politici dal "significativo problema di salute pubblica dell'insufficiente esposizione al sole".
La protezione solare è estremamente importante per i nordeuropei che vivono in luoghi soleggiati come l'Australia... ma forse non lo è altrettanto per chi vive in Scozia. Ed è ancora più discutibile per gli inglesi o i canadesi con la pelle scura, ha dichiarato lo scienziato Richard Weller al The Guardian.
Ciò che si sa con certezza è che la protezione solare è un ottimo mezzo per prevenire il cancro della pelle e l'invecchiamento precoce. Gli esperti consigliano di prendere decisioni in base all'indice UV e aggiungono che, anche se si usano i protettori solari, una parte dei raggi UV raggiunge comunque la pelle. È estremamente importante prevenire le scottature solari, che causano i danni maggiori. E, nel dubbio, scegliere le creme minerali.
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