Alleanze mutevoli: questo Paese si sta schierando con Putin?
Quando il presidente russo Vladimir Putin decise di invadere l'Ucraina nel febbraio 2022, si rese subito conto che la sua decisione gli avrebbe fatto perdere molti amici e alleati internazionali.
Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno reagito con dure sanzioni contro Mosca, mentre grandi aziende hanno abbandonato il territorio russo.
Anche ex alleati come Ungheria e Polonia hanno iniziato a rivoltarsi contro il Cremlino. Perfino la Cina, uno dei più grandi alleati e partner commerciale della Russia, è diventata ambivalente nei confronti di Mosca.
Tuttavia, c'è un paese il cui governo potrebbe voltare le spalle all'Europa più velocemente di quanto si possa immaginare.
A prima vista, la Georgia potrebbe non sembrare un grave problema. Tuttavia, questo paese di 3,7 milioni di abitanti nel Caucaso confina a nord con la Russia e a sud con l'Iran. Non esattamente i migliori vicini in questo momento.
A coronamento di tutto ciò, Newsweek scrive che i rapporti tra il governo georgiano di Tbilisi e l'Occidente stanno rapidamente peggiorando.
Al contrario, il rapporto tra Tbilisi e Mosca è stato descritto da Newsweek come “ascendente”, poiché gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno perdendo la loro sfera di influenza nella regione.
Secondo Newsweek, i politici filo-occidentali della Georgia sostengono che il loro Paese sia il bersaglio di una guerra ibrida per il controllo innescata da Mosca.
France24 scrive che, all’inizio di quest’anno, il governo della Georgia aveva approvato una nuova legge in base alla quale le organizzazioni che ricevevano oltre il 20% dall’estero dovevano registrarsi come “agenti di influenza straniera”.
I critici del disegno di legge, soprannominato “la legge russa”, hanno sostenuto che esso è stato ispirato da simili misure repressive del Cremlino contro la dissidenza politica, in particolare contro coloro che si oppongono a Vladimir Putin.
Secondo France24, si sono svolte massicce manifestazioni nelle strade di Tbilisi e altrove, mentre i cittadini esprimevano il loro rifiuto della cosiddetta legge russa.
Il Sogno Georgiano, il partito attualmente al governo, si è difeso sostenendo di voler impedire alle potenze straniere di intromettersi nei suoi affari interni, scrive Newsweek.
Alcuni manifestanti intervistati da France24 avevano affermato di temere che la Georgia stesse tornando indietro o, nello specifico, al periodo in cui faceva parte dell'Unione Sovietica.
Dopotutto, la Georgia è il luogo di nascita di Joseph Stalin, leader dell'Unione Sovietica per diversi decenni e una delle figure più influenti del XX secolo.
L'orientamento illiberale crescente del governo georgiano potrebbe trasformarlo in un prezioso alleato del Cremlino? Le prospettive attuali appaiono decisamente incerte.
Le elezioni legislative nel Paese si sono tenute il 26 ottobre e, come riporta AGI, sono stati i filo-russi del partito già al governo a vincerle. Se alla vigilia gli esperti temevano che il voto potesse essere l'ultima possibilità di fermare l'avvicinamento del Paese a Mosca, le loro paure potrebbero essere state confermate.