Ce la farà il Turkmenistan a chiudere definitivamente la Porta dell'Inferno?
Il cratere Darvaza, soprannominato la Porta dell'Inferno, brucia senza sosta da mezzo secolo nel Deserto del Karakum, in Turkmenistan.
Situato vicino al villaggio di Derweze, questo cratere gassoso largo 70 metri e profondo circa 30 metri è una delle principali attrazioni turistiche della zona.
Ma l'ex presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdymukhamedov, rimasto in carica fino al 19 marzo 2022, aveva già disposto di trovare un modo per spegnere il fuoco che sale dalla terra arida e chiudere così i Cancelli degli Inferi. E le autorità sono impegnate a farlo anche ora che suo figlio, Serdar Berdimuhamedow, è al potere.
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Tra le ragioni citate dalle autorità, la salute delle popolazioni vicine al Deserto del Karakum e le conseguenze sull'ambiente del calore estremo costante.
Le autorità ritengono che la costante perdita di gas naturale dovuta alla combustione presuppone uno spreco di risorse naturali che potrebbero essere utilizzate in molti modi.
La formazione del cratere gassoso Darvaza risale agli anni '70, o almeno così si crede.
La versione più diffusa nel Paese dell'Asia centrale fa riferimento a una campagna di scavo sovietica per estrarre gas naturale avvenuta nel 1971, durante la quale venne perforata la zona sbagliata, provocando l'esplosione di una sacca di gas che creò un gigantesco buco nel terreno e tre doline.
Per evitare che il metano venisse espulso nell'atmosfera, i geologi sovietici decisero di appiccare l'incendio e bruciare il gas, una mossa che possiamo considerare un errore, dato che ha protratto un incendio che non riesce a estinguersi.
I geologi pensavano che il gas sarebbe bruciato per qualche settimana e alla fine si sarebbe spento. Invece, il gas fuoriesce ancora e l'incendio è ancora attivo a distanza di oltre 50 anni.
Tuttavia, l'esploratore canadese George Kourounis, che ha visitato il luogo nel corso di una spedizione per il National Geographic, ammette che non è possibile conoscere la vera origine di questo cratere. Non ha trovato informazioni, documenti o abitanti della zona che ne testimoniassero l'origine.
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Dopo aver visto la Porta dell'Inferno dal vivo, George Kourounis ha affermato che era «il tipo di luogo da cui potrebbe emergere Satana in persona». Un nome decisamente azzeccato!
La domanda è: come faranno a chiudere questo gigantesco cratere? Secondo il quotidiano nazionale ufficiale Neytralny Turkmenistan, l'ex presidente Gurbanguly Berdymukhamedov aveva già messo al lavoro un gruppo di scienziati locali per trovare una soluzione e, se non la troveranno, le autorità del Paese non esiteranno a rivolgersi a consulenti stranieri affinché escogitino un modo per chiudere definitivamente questi Cancelli degli Inferi.
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Sebbene la Porta dell'Inferno sia diventata una tappa obbligata per i turisti che si recano in Turkmenistan, il governo del Paese è convinto che la sua chiusura sia la soluzione migliore.
Il motivo è che, per quanti turisti attiri questo diabolico incendio, la somma di denaro che il Paese perde a causa del gas che fuoriesce permanentemente dal cratere è di gran lunga superiore.
Il ricercatore Jeronim Perovic ha calcolato, come riporta la Bbc, che la quantità di gas naturale che può fuoriuscire dal cratere è di circa 16.000 metri cubi all'anno: «Quello che consuma la Svizzera in un anno».
Tuttavia, al momento non esistono indicazioni tecniche o un piano ben preciso per chiudere questa bocca infuocata nel bel mezzo del territorio desertico del Turkmenistan.