Le persone in coma e la loro 'coscienza nascosta': la scoperta che potrebbe salvare molte vite
Un gruppo di ricercatori della Columbia University ha analizzato l'attività cerebrale di un gruppo di pazienti in coma allo scopo di capire il motivo per cui non mostrano segni di coscienza. I risultati della loro ricerca potrebbero salvare molte vite umane.
Spesso i medici o i familiari di un paziente in coma si chiedono se questi sia in grado di percepire i suoni provenienti dall'esterno o di sentire quando qualcuno gli stringe le mani.
La verità è che alcuni di questi pazienti possono farlo: il loro cervello risponde ai comandi o alle conversazioni, ma il corpo non è capace di farlo. Questo fenomeno è noto come "coscienza nascosta".
I ricercatori hanno dimostrato che certe persone in coma possono udire gli ordini che ricevono e una parte del loro cervello si attiva, ad esempio, se un medico chiede loro di muovere la mano destra.
Inoltre, gli scienziati hanno confermato che questi pazienti "capiscono" gli ordini. Se allo stesso paziente viene chiesto di muovere la mano sinistra, infatti, si attiva un'area cerebrale diversa.
Tuttavia, il paziente non è in grado di muovere il corpo. Il cervello manda l'ordine di muovere le mani, ma il corpo non risponde, per cui si produce ciò che viene chiamata dissociazione cognitivo motoria (DCM).
Lo studio della Columbia University ha evidenziato che la causa della dissociazione motoria è da ricercare nelle lesioni ai circuiti cerebrali che inviano le istruzioni ai muscoli.
In un comunicato stampa relativo allo studio, si legge che è stata analizzata l'attività cerebrale di 107 pazienti in coma al fine di individuare segni di "coscienza nascosta". I ricercatori hanno scoperto che 21 pazienti presentavano dissociazione cognitivo motoria (DCM).
Ai fini dello studio, il team ha sviluppato una tecnica nota come analisi biclustering per cercare di rilevare eventuali caratteristiche simili nelle lesioni cerebrali dei pazienti in coma.
Successivamente, hanno messo a confronto le lesioni cerebrali nei due gruppi di pazienti e hanno trovato delle somiglianze nelle lesioni dei pazienti con DCM che gli altri non presentavano.
I ricercatori ritengono che questi risultati potrebbero aiutare i medici a individuare più rapidamente i pazienti in coma con DCM e ad avviare un trattamento riabilitativo.
La diagnosi precoce è fondamentale per aiutare questi pazienti a recuperare le loro capacità motorie e cognitive. Il rilevamento dell'attività cerebrale può anche dare speranza alle famiglie ed evitare decisioni irrimediabilmente sbagliate.
Secondo gli esperti citati da Scientific American, la maggior parte dei pazienti affetti da DCM può recuperare completamente senza limitazioni significative alle proprie capacità fisiche o cognitive.
I ricercatori della Columbia University sostengono che circa il 15-25% dei pazienti in coma presenta DCM. Ciò significa che la loro tecnica potrebbe aiutare migliaia di persone.
Attualmente, il rilevamento della DCM non è disponibile per l'uso clinico generale. Solo pochi pazienti in coma sono sottoposti a scansioni dell'attività cerebrale. L'esame diagnostico utilizzato è l'elettroencefalogramma (EEG), che è una tecnica costosa e complessa.
La nuova tecnica introdotta dallo studio consente ai medici di individuare i pazienti con DCM utilizzando le macchine per la risonanza magnetica, che sono molto più comuni negli ospedali di tutto il mondo.