Reggimenti russi si ribellano: diserzione di massa sul fronte ucraino
Nonostante il tradizionale forte sostegno domestico, il presidente Putin sta affrontando le ripercussioni di tre anni di conflitto bellico, che hanno gravemente impattato soprattutto sulle forze militari impegnate in prima linea.
L'operazione militare, inizialmente prospettata come una rapida guerra lampo, aveva l'obiettivo di stabilire in breve tempo il controllo russo sulla regione del Donbass e sulla capitale Kiev.
Tuttavia, il popolo ucraino si è dimostrato molto più resiliente di quanto Putin e l'intero mondo si aspettassero.
Ora, quasi tre anni dopo l'inizio dell'invasione, sia Mosca che Kiev stanno dando i primi segni di cedimento, così come i rispettivi popoli, dinanzi a una guerra che, seppure con qualche spiraglio di pace alla vista, non sembra essere destinata a terminare nell'immediato futuro.
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Il logorio della guerra potrebbe essere la spiegazione alla notizia, riportata dal quotidiano Newsweek, secondo cui un intero reggimento, composto da più di 1.000 soldati, ha disertato la 20a Divisione fucilieri motorizzati della Guardia delle Forze armate russe, di stanza a Volgograd.
Sebbene il numero possa non sembrare elevato, secondo le fonti di Newsweek, questi soldati si unirebbero ai quasi 18.000 che hanno lasciato il loro posto dall'inizio della guerra.
Mentre l'Ucraina combatte una guerra per la sua sopravvivenza, l'“operazione militare speciale” del Cremlino potrebbe essere meno giustificata agli occhi del popolo russo.
Putin ha sempre goduto di un'enorme popolarità tra il popolo russo, eppure non sono poche le voci che hanno espresso una certa preoccupazione per il protrarsi della guerra, per le condizioni economiche della Russia e, soprattutto, per il suo enorme costo umano.
È impossibile sapere con certezza quanti soldati russi abbiano perso la vita nella guerra di Putin, ma Newsweek cita le stime delle autorità ucraine secondo cui il numero di morti e feriti supera le 720.000 unità. La Russia, dal canto suo, non fornisce dati al rispetto.
Un articolo di settembre del New York Times Magazine sottolinea l'impossibilità conoscere il numero effettivo dei disertori russi, in quanto i loro comandanti non vogliono lanciare l'allarme ai loro superiori circa la presenza di insubordinati.
Allo stesso modo, i soldati che hanno disertato le Forze Armate russe e sono riusciti a trovare rifugio in altri Paesi hanno generalmente cercato di mantenere un basso profilo ed evitare di parlare con la stampa. La guerra, per chi la vive in prima persona, deve essere un orrore come pochi.