I sostenitori di Trump non avevano compreso le conseguenze di alcune sue politiche, secondo i sondaggi

Una valanga di voti per Trump
Sostegno alle deportazioni di massa
Considerando le conseguenze
Considerare i pagamenti della previdenza sociale
Il mercato del lavoro
Un fattore scatenante
Separare le famiglie
Uno scenario inevitabile
Impiegare i militari
Una tattica impopolare
Entusiasmo sfrenato
Dazio: una 'bella' parola
Una curiosa contraddizione
Il consumatore paga
Un aumento di 2.600 dollari
PIL indebolito
Una valanga di voti per Trump

Il 5 novembre, il presidente eletto Donald Trump ha registrato un significativo numero di voti. Nonostante ciò, sondaggi recenti mostrano che molti suoi sostenitori non erano completamente informati riguardo alle conseguenze di due importanti politiche che hanno promosso con il loro voto.

Sostegno alle deportazioni di massa

L'espulsione di massa degli immigrati irregolari ha contribuito alla popolarità della campagna di Trump, con il 52% degli intervistati che, in un recente sondaggio Ipsos, ha espresso sostegno a questa politica, rispetto al 43% che si è dichiarato contrario.

Considerando le conseguenze

Ma quando agli intervistati sono stati presentati gli scenari derivanti da queste deportazioni di massa - che il Washington Post considera largamente inevitabili - si registra una notevole diminuzione del sostegno a tali misure.

Considerare i pagamenti della previdenza sociale

È stato chiesto agli intervistati se avrebbero continuato a sostenere le deportazioni considerando che ci sarebbero state meno persone che pagano contributi per Medicare e la previdenza sociale e solo il 48% ha risposto di sì.

Il mercato del lavoro

Dinanzi al fatto che queste deportazioni avrebbero avuto un impatto negativo anche sul mercato del lavoro, il sostegno a tale politica è calato ulteriormente al 47%.

Un fattore scatenante

Quando, poi, è stato detto agli intervistati che le deportazioni di massa avrebbero provocato un aumento dei prezzi dei beni al consumo, solo il 43% era ancora a favore, contro il 52% che non lo era.

Separare le famiglie

Infine, l'idea che le deportazioni di massa avrebbero separato famiglie intere ha fatto crollare il sostegno a un misero 38%.

Uno scenario inevitabile

Le deportazioni di massa, che includono l'espulsione di individui impiegati e residenti da anni negli Stati Uniti, potrebbero causare la disgregazione inevitabile di numerose famiglie.

Impiegare i militari

Secondo il Post, una simile manovra poi sarebbe impossibile senza l'impiego dell'esercito, cosa confermata dallo stesso Trump.

Una tattica impopolare

I sondaggi di CBS News e YouGov affermano che, mentre il rapporto tra americani a favore delle deportazioni di massa è 57-43, tale rapporto diventa 60-40 se si considera il coinvolgimento dell'esercito.

Entusiasmo sfrenato

Oltre alle deportazioni di massa, nella sua campagna elettorale Trump ha insistito sui dazi sui beni e le importazioni straniere, dichiarando che imporrà il 25% sui beni canadesi e messicani e un ulteriore 10% sulle importazioni cinesi e suscitando un entusiasmo diffuso.

Dazio: una 'bella' parola

Eppure, nonostante Trump abbia affermato che la parola dazio è "la più bella del dizionario", questa sua politica che rende evidente alcune contraddizioni all'interno del suo elettorato.

Una curiosa contraddizione

Curiosamente, infatti, secondo il nuovo sondaggio Harris del Guardian, due terzi degli americani ritengono che i dazi doganali contribuiranno ad aumentare il costo della vita, uno dei problema che più preoccupa gli statunitensi.

Il consumatore paga

Perfino il 59% dei repubblicani ritiene che i dazi danneggerebbero i loro conti in banca, mentre il 76% degli intervistati era certo che i costi aggiuntivi che i dazi avrebbero comportato per le aziende sarebbero stati trasferiti ai consumatori.

Un aumento di 2.600 dollari

Infatti, secondo il Peterson Institute for International Economics, i dazi potrebbero far aumentare il costo della vita di 2.600 dollari all'anno per una famiglia media.

PIL indebolito

Secondo uno studio condotto dal Peterson Institute, anche le deportazioni di massa potrebbero ridurre il PIL degli Stati Uniti di una percentuale che varia tra l'1,2% e il 7,4% entro il 2028.

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