Superbatteri: una minaccia peggiore del Coronavirus?
Superbatteri: è così che vengono denominati quei batteri che hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici tale da rendere inefficace la terapia medica convenzionale. Da fatto puramente aneddotico sono diventati una triste realtà che causa migliaia di morti. Uno studio della prestigiosa rivista The Lancet ha rivelato qual è lo spaventoso numero di decessi dovuti a questo tipo di batteri.
Secondo la ricerca pubblicata su The Lancet a gennaio 2022, ogni anno nel mondo muoiono 1,2 milioni di persone a causa dei superbatteri: un numero più elevato di quello registrato per i decessi da HIV o da malaria.
Dal 1928, quando il dottor Fleming (nell'immagine) scoprì la penicillina, gli antibiotici hanno rappresentato l'arma fondamentale nella lotta per salvare la vita dell'uomo. Ma l'abuso di antibiotici (dovuta a un uso improprio da parte dell'uomo o agli animali di cui ci nutriamo) ha generato un grave problema: i batteri hanno imparato a eluderne gli effetti.
Si tratta di un vero e proprio incubo per i medici. Se non si può fermare un'infezione batterica con un antibiotico, allora cosa si può fare? A volte, anche se sembra tremendo, si è costretti a ricorrere all'amputazione o all'eliminazione delle zone infette.
Lo studio di The Lancet calcola che, se la progressione dei superbatteri non si arresta, tra 30 anni questi batteri estremamente potenti potrebbero causare la morte di 10 milioni di persone all'anno!
Considerando che il coronavirus ha ucciso circa cinque milioni di esseri umani (in due anni di pandemia), parlare di 10 milioni di morti all'anno a causa dei superbatteri ci permette di comprendere il grado di pericolo a cui siamo esposti.
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Gli scienziati concordano sul fatto che le società sviluppate sono state esposte troppo a lungo a sovra-medicazione con antibiotici e ciò ha determinato che i batteri abbiano imparato a difendersi.
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Anche gli animali dell'allevamento industriale sono stati trattati in modo decisamente massiccio (e non adeguato) con antibiotici. Attualmente un gran numero di paesi limita l'uso di antibiotici negli animali e la carne diretta al consumo umano viene analizzata in modo da non presentare tracce di tali componenti. Le pecore in libertà, come quella dell'immagine, di solito sono più sane.
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I superbatteri hanno messo in allerta la comunità scientifica. Non esiste attualmente un metodo generalizzato per combatterli: esistono vaccini che proteggono dalle infezioni batteriche e qualche metodo sperimentale che prevede l'uso di virus per combattere i superbatteri, per vedere chi, tra tra Godzilla e King Kong, possa avere la meglio.
Uno dei trattamenti di successo contro i superbatteri è stato applicato alla belga Karen Northshield (nella foto, con stampelle). Questa donna è stata ferita in un attentato a Bruxelles nel 2021. Il suo recupero venne, però, troncato dalla comparsa nel suo corpo di un batterio resistente agli antibiotici. Per salvarle la vita, medici hanno dovuto rimuovere parti del suo corpo, finché non trovarono un'altra soluzione.
Con Karen Northshield fu applicata una tecnica che, come spiega Kevin Doxzen (dell'Università dell'Arizona) a The Conversation, consiste nel ricorrere a virus denominati "batteriofagi", noti anche come "fagi", che infettano esclusivamente i batteri. L’apparato biosintetico dei batteri permette loro di replicarsi e, in seguito all’infezione, inducono il batterio alla morte.
I virus batteriofagi hanno salvato Karen Northshield e il successo è stato presentato su Nature.
In realtà, i batteriologi non eliminano le infezioni causate dai superbatteri, ma, secondo la ricerca pubblicata su Nature, aiutano a far sì che gli antibiotici siano di nuovo efficaci, distruggendo la protezione dei batteri resistenti.
Queste linee di ricerca contro i superbatteri sono importanti perché, come ha riassunto il New York Times, siamo di fronte a una "Revenge of the Bacteria: Why We’re Losing the War" ("Vendetta dei batteri: perché stiamo perdendo la guerra").
Le terapie con batteriofagi attualmente sono sperimentali e, in generale, non sono autorizzati nella maggior parte dei sistemi sanitari.
I superbatteri sono particolarmente pericolosi nelle bambine e nei bambini, poiché il loro sistema immunitario non è ancora totalmente sviluppato. Uno studio della Case Western Reserve University condotto su un campione di 10.000 pazienti pediatrici negli ospedali americani ha rivelato che nel 2017 c'è stato un aumento del 700% dei casi di bambini con superbatteri, negli ultimi 10 anni.
Gli ospedali e i laboratori sono già impegnati nella lotta contro questa nuova minaccia per la specie umana. Ciò che possiamo fare noi, nel nostro piccolo, è prestare attenzione a come ci curiamo (e a quali trattamenti sottoponiamo gli animali) ed essere coscienti del fatto che gli antibiotici devono essere utilizzati solo quando sono assolutamente indispensabili.
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