Trump chiede a Putin di rivelare informazioni sugli affari di Hunter Biden
L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump fa appello al leader russo Vladimir Putin affinché pubblica qualsiasi informazione di cui è a conoscenza su Hunter Biden, figlio dell'attuale presidente degli USA, Joe Biden.
"Penso che Putin conosca la risposta", ha dichiarato Trump in un'intervista esclusiva per il canale di notizie Real America's Voice in merito ai presunti affari condotti da Hunter Biden. La CNN ha descritto la richiesta come "sfacciata".
È vero che è in corso un'indagine penale sulle finanze di Hunter Biden e sui suoi affari all'estero, ma nulla sembra supportare le accuse dell'ex presidente.
Donald Trump afferma, ad esempio, che il figlio di Biden ha ricevuto 3,5 milioni di dollari dalla moglie del defunto sindaco di Mosca, Yury Luzhkov, sulla destra nella foto.
Il quotidiano Politico sottolinea che l'ex presidente degli Stati Uniti stesso ha fatto affari con l'ex sindaco di Mosca alla fine degli anni '90.
Trump avrebbe cercato di estorcere informazioni su Hunter Biden al presidente ucraino Volodymyr Zelensky negando aiuti militari al Paese. Queste sono state le accuse che hanno portato al primo processo di impeachment di Trump nel 2019.
L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha elogiato le tattiche di Putin nei primi giorni dell'invasione dell'Ucraina, definendolo "genio" nel corso del programma radiofonico Clay Travis and Buck Sexton Show.
Malgrado tutte le opportunità che un conduttore televisivo di Fox News ha dato all'ex presidente per condannare Putin, Trump ha semplicemente detto di "andare d'accordo" con il leader russo, così come con quello cinese Xi Jinping e con quello nordcoreano Kim Jong-un.
Da allora Trump ha cercato di non correre rischi. Al Sean Hannity Show ha affermato: «questo non sembra lo stesso Putin con cui avevo a che fare».
Nella foto: Sean Hannity e Donald Trump durante un comizio nel 2018.
Nel novembre 2019, il giornalista di Fox News Tucker Carlson, presentatore del programma di notizie via cavo più seguito negli Stati Uniti, ha detto: «Perché dovrebbe interessarmi se c'è una guerra tra Ucraina e Russia? E perché non dovrei sostenere la Russia? Cosa che faccio».
E pochi giorni prima dell'invasione dell'Ucraina, ha messo in discussione la retorica che ritrae Putin come una figura perfida. «Putin mi ha mai chiamato razzista? Ha minacciato di farmi licenziare per non essere d'accordo con lui?», ha dichiarato Carlson nel suo programma.
Da allora, il giornalista e altri colleghi di Fox News hanno cercato di prendere le distanze dalla loro precedente linea editoriale. Tuttavia, il ministro degli affari esteri russo Sergey Lavrov ha elogiato Fox News come "un'alternativa" ai media mainstream, stando a quanto riferisce The Guardian.
Come leader della Federazione Russa, Vladimir Putin ha radunato ogni sorta di alleati internazionali di sinistra e di destra, uniti dalla loro opposizione all'ordine mondiale stabilito dagli Stati Uniti e dall'Europa occidentale.
Tuttavia, da quando è iniziata l'invasione dell'Ucraina, pare che molti degli amici di Putin lo abbiano lasciato solo. Ecco alcuni dei suoi principali alleati che hanno fatto un passo indietro in questo momento così critico.
Il primo ministro di estrema destra ungherese Viktor Orbán, considerato il leader europeo più vicino a Putin, si è unito al resto degli stati dell'UE per condannare l'azione militare russa in Ucraina.
«La posizione dell'Ungheria è chiara: sosteniamo l'Ucraina, sosteniamo l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina», ha affermato il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto pochi giorni dopo l'invasione russa, come riportato da Associated Press.
Secondo un articolo del 7 marzo 2022 pubblicato dal Financial Times, però, Orbán ha promosso un'"apertura orientale" alla Russia, opponendosi al contempo alle politiche della NATO e dell'UE nella regione.
Tuttavia, alcuni hanno interpretato l'atteggiamento di Orbán come una mossa strategica in vista delle elezioni generali. Come riferisce la CNN, dopo aver ottenuto il quarto mandato consecutivo come primo ministro del Paese all'inizio di aprile 2022, ha annoverato il presidente ucraino Zelensky tra i suoi oppositori, insieme ai burocrati dell'UE e ai media internazionali.
Il presidente ceco Miloš Zeman è un altro leader europeo pro-Putin che è stato costretto a fare retromarcia dopo l'invasione dell'Ucraina. Fino all'ultimo ha sostenuto che un attacco da parte della Russia fosse fuori questione.
Stando a quanto riferisce Associated Press, Zeman ha dichiarato che «la Russia ha commesso un crimine contro la pace». Da parte sua, Reuters ha informato il 24 febbraio 2022 che i consolati russi nella Repubblica Ceca sarebbero stati costretti a chiudere.
L'ex repubblica sovietica del Kazakistan, tradizionalmente alleata e profondamente dipendente dalla Russia, ha preso le distanze da Mosca e ha persino consentito una protesta pro-ucraina ad Almaty, la città più grande del paese.
Il paese, come riferisce NBC News, ha anche negato la richiesta delle sue truppe di unirsi alle forze russe nell'operazione militare in Ucraina.
Nella foto: Vladimir Putin con il presidente kazako Nursultan Nazarbayev nel 2018.
La Turchia, membro della NATO che ha dei profondi legami economici con la Russia, ha cercato di mantenere una posizione equilibrata tra le parti.
Da un lato, la Turchia è stata descritta da Al Jazeera come un "santuario per i russi contrari alla guerra". La foto ritrae una protesta pro-ucraina del 5 marzo 2022 a Istanbul.
Dall'altro, il Paese ha rifiutato di imporre sanzioni o chiudere il proprio spazio aereo. La posizione unica della Turchia ha consentito al suo governo di fungere da mediatore tra Mosca e Kiev, come sottolinea Al Jazeera.
L'India si trova in una situazione simile a quella della Turchia. Storicamente c'è sempre stata una buona relazione tra Nuova Delhi e Mosca, accomunate in parte da un certo antagonismo verso la Cina, che ha continuato a prosperare sotto Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi.
Stando a quanto riporta Vox, l'India si è astenuta dal votare in una risoluzione delle Nazioni Unite del 2 marzo 2022 che condannava l'invasione dell'Ucraina e continua a essere il principale cliente della Russia nella fornitura di armi.
Tuttavia, a febbraio 2022 Modi ha contattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per comunicargli la sua offerta di «contribuire in qualsiasi modo al ristabilimento della pace».
Altri Paesi ex alleati di Putin hanno cercato di limitare le perdite e si sono schierati contro l'invasione dell'Ucraina. Nei primi giorni del conflitto, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro dichiarava che il suo Paese sarebbe rimasto "neutrale", come riporta Deutsche Welle.
Deutsche Welle osserva che Bolsonaro aveva fatto visita a Putin pochi giorni prima dell'invasione. Il vicepresidente brasiliano Hamilton Mourão è stato più incisivo nel condannare le azioni della Russia e ha richiesto il sostegno militare a Kiev.
Come riferisce Reuters, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha mostrato solidarietà a Putin, ha attribuito alla NATO la responsabilità di aver provocato la guerra con la sua espansione territoriale e ha affermato che avrebbe opposto resistenza a qualsiasi appello per condannare la Russia.
«La guerra avrebbe potuto essere evitata se la NATO avesse ascoltato gli avvertimenti dei suoi stessi leader e rappresentanti nel corso degli anni, secondo i quali la sua espansione verso est avrebbe portato a una maggiore, e non minore, instabilità nella regione», ha dichiarato Ramaphosa davanti al parlamento il 17 marzo 2022.
Nella foto: Putin in Sudafrica nel 2006.
Secondo France24, il presidente argentino Alberto Fernández, che all'inizio di febbraio 2022 aveva messo a disposizione il suo paese a Putin come "porta della Russia verso l'America Latina", si è unito al Brasile nel votare a favore della condanna dell'invasione russa all'Assamblea dell'Onu il 2 marzo 2022. Il Sudafrica si è astenuto.
Tuttavia, l'enigma più grande rimane la Cina e il suo presidente Xi Jinping. Il leader cinese ha definito Putin "il suo migliore amico" in passato e i due si sono già sostenuti a vicenda nel panorama internazionale.
La Cina avrebbe chiesto alla Russia di ritardare l'invasione dell'Ucraina per non coincidere con le Olimpiadi invernali del 2022, secondo il New York Times.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvertito la Cina che potrebbe subire sanzioni se aiuta la Russia nelle sue operazioni militari in Ucraina. Per ora Pechino ha cercato di mantenere una posizione il più neutrale possibile.