Twitter e Google sotto processo per terrorismo: due cause che potrebbero rivoluzionare il web
Il 21 e 22 febbraio 2023 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha preso in esame due casi che potrebbero stravolgere il futuro di Internet. Le udienze hanno riguardato il modo in cui le organizzazioni terroristiche utilizzano i social media per reclutare e pianificare attentati e il grado di responsabilità delle big tech in relazione a tale uso.
Nel primo caso, "Gonzalez v. Google", la Corte Suprema ha ascoltato le argomentazioni portate dai parenti di una vittima statunitense degli attentati di Parigi del 2015 commessi dall'ISIS. La famiglia accusa il gigante tecnologico di essere in parte responsabile degli stessi per aver favorito la propaganda dei terroristi su YouTube.
La famiglia ha chiesto alla Corte Suprema di definire se la legge 230, promulgata nel 1996, fornisca immunità legale alle aziende del web riguardo al modo in cui suggeriscono i contenuti agli utenti.
La legge 230 è così importante da essere considerata il pilastro portante di Internet come lo conosciamo oggi. La norma protegge le aziende tecnologiche da eventuali azioni penali per i contenuti che gli utenti pubblicano sui loro siti. Inoltre, consente loro di cancellare i post che violano le regole della piattaforma.
La Corte Suprema non è chiamata a riesaminare la legge 230, ma ad analizzare se i meccanismi che oggi i giganti di Internet utilizzano per organizzare e raccomandare i contenuti debbano essere protetti da essa.
L'algoritmo è lo strumento utilizzato dalla maggior parte delle aziende tecnologiche per organizzare e suggerire contenuti. Esso è la formula alla base di ciò che l'utente vede sulla timeline di Facebook o Twitter, delle pagine che trova per prime su Google o dei video consigliati su YouTube.
La famiglia Gonzalez contesta l'algoritmo di YouTube considerandolo non solo un modo per organizzare e presentare i contenuti, ma una decisione attiva e una nuova creazione da parte di Google, in quanto aiuta a creare miniature per catalogare e mostrare i contenuti.
Youtube utilizza un algoritmo non solo per creare e organizzare le miniature che promuovono i contenuti di ogni creatore, ma anche per suggerire altri video in base all'attività precedente e agli interessi dell'utente.
La scienza ha dimostrato che questo metodo tende a radicalizzare utenti già orientati verso ideologie estremiste. Uno studio del 2022 ha rilevato che la maggior parte degli utenti accede a contenuti estremisti con l'intenzione di farlo, ma ha anche scoperto che il 25% dei video che Youtube raccomanda a questi utenti è di natura estremista.
L'amministrazione Biden ha mostrato il proprio sostegno alla famiglia Gonzalez e ha sollecitato alla Corte Suprema di restringere la protezione della legge 230. Tuttavia, nel secondo caso, "Twitter v. Taamneh", il governo si è schierato contro i querelanti e a favore di Twitter.
La famiglia Gonzalez fa parte anche del secondo caso, insieme a quelle di quattro vittime degli attentati terroristici avvenuti a Istambul e a San Bernandino in California. In base all'Antiterrorism Act, i familiari hanno citato in giudizio Twitter, Google e Facebook, sostenendo che le piattaforme hanno aiutato le organizzazioni a portare a termine i loro attacchi.
Secondo PBS, buona parte del caso è stata archiviata senza processo a causa della protezione garantita dalla legge 230. Tuttavia, una corte d'appello ha accolto una delle istanze contro Twitter. La società, sostenuta dalle altre due, ha chiesto alla Corte Suprema di riesaminare tale decisione.
Secondo Reuters, giudici conservatori e liberali hanno posto a Twitter diverse domande per verificare la tesi dell'azienda secondo cui non dovrebbe essere ritenuta responsabile. "Se si sa che l'ISIS lo utilizza, si sa che farà del male. Si sa che l'ISIS commetterà atti di terrorismo", ha detto il giudice conservatore Amy Coney Barrett.
Tuttavia, nel primo caso, la corte ha propeso per il sostegno a Google. In diversi momenti dell'udienza, molti giudici hanno mostrato confusione riguardo alle argomentazioni della famiglia e alla linea di demarcazione da essa stabilita tra i contenuti creati dalle piattaforme e gli utenti.
"Stiamo parlando di uno statuto pre-algoritmo. Ognuno fa del proprio meglio per capire come si debba applicare in un mondo post-algoritmo", ha detto la giudice liberale Elena Kagan. Lo scudo legale decisivo è stato creato per proteggere le chat room nel 1996, un uso di Internet molto diverso da quello attuale.
La Corte si è dimostrata scettica sulla limitazione dello scudo legale, perché potrebbe non proteggere le aziende. "State creando un mondo di cause legali", ha detto il giudice Kagan al rappresentante dell'amministrazione Biden.
Tuttavia, la decisione finale è ancora lontana. Secondo la CBS, la Corte Suprema dovrebbe emettere le sentenze definitive di entrambe le cause entro la fine di giugno.