2050: l'anno della possibile fine della civiltà umana, secondo una ricerca

La fine dell’umanità nel 2050?
La minaccia del cambiamento climatico
Un punto di non ritorno
Riscaldamento continuo
Il collasso degli ecosistemi
Conseguenze inimmaginabili
Condizioni di vita insopportabili
Un collasso dell’agricoltura
Rischi sottovalutati
La cruda verità
La necessità di una mobilitazione urgente
La fine dell’umanità nel 2050?

La civiltà umana scomparirà entro il 2050? In ogni caso, questo è quanto afferma un recente rapporto del Breakthrough National Centre for Climate Restoration, un think tank con sede a Melbourne.

La minaccia del cambiamento climatico

Questo think tank descrive il cambiamento climatico come “una minaccia esistenziale a breve e medio termine per la civiltà umana” e sottolinea la necessità di un cambiamento nell’approccio per evitare la catastrofe.

Un punto di non ritorno

In effetti, lo status quo porterebbe il clima e l’umanità a raggiungere “un punto di non ritorno entro la metà del secolo, e la prospettiva di una Terra in gran parte inabitabile porterà alla caduta delle nazioni e dell’ordine internazionale”, secondo il rapporto, citato da Vice.

Riscaldamento continuo

Gli esperti stimano che l’attuale traiettoria tenda verso un riscaldamento di 3 gradi del pianeta, il che “potrebbe innescare feedback amplificando l’innesco di un ulteriore riscaldamento”.

Il collasso degli ecosistemi

La prima conseguenza sarebbe il collasso degli ecosistemi essenziali della Terra, come “il sistema della barriera corallina, la foresta amazzonica e l’Artico”.

Conseguenze inimmaginabili

Le conseguenze di questo cambiamento sarebbero così violente che è impossibile misurarle, perché “vadono oltre l’esperienza umana degli ultimi mille anni”, aggiunge il rapporto.

Condizioni di vita insopportabili

Per gli esseri umani, ciò si tradurrebbe in condizioni di vita insopportabili, con un miliardo di persone costrette a lasciare le proprie case e due miliardi che dovranno affrontare la scarsità d’acqua.

Un collasso dell’agricoltura

Inoltre, “l’agricoltura crollerebbe nelle regioni subtropicali e la produzione alimentare verrebbe notevolmente ridotta in tutto il mondo”, osserva la rivista Vice .

Rischi sottovalutati

Gli autori del report notano infine che i rischi legati al cambiamento climatico sono sottovalutati dai policy maker, perché gli scenari più pessimistici tendono a essere minimizzati.

La cruda verità

Per Chris Barrie, ex ammiraglio australiano che ha scritto la prefazione del report, questa analisi mostra "la nuda verità sulla situazione disperata in cui si trovano gli esseri umani e il nostro pianeta, dipingendo un quadro preoccupante della possibilità concreta che la vita dell'essere umano sulla Terra sia sull’orlo dell’estinzione, nel modo più orribile possibile."

La necessità di una mobilitazione urgente

L’unica speranza rimasta secondo gli esperti: una limitazione immediata delle attività umane che causano il riscaldamento e una mobilitazione urgente per far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico.

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